Semaforo verde dalla Soprintendenza, il Conventino potrà rinascere
Agesp Servizi provvederà alla messa in sicurezza a partire da quella urgente del tetto. Nei progetti del recupero, che costerebbe sui due milioni di euro, il trasferimento del centro dialetti, una biblioteca tematica con una legatoria artigianale e un caffé letterario
Mission accomplished per Agesp Servizi riguardo al cosiddetto "conventino", la casa Canavesi-Bossi di via Matteotti: almeno finchè si tratta di ottenere il via libera dalla Soprintendenza ai beni artistici . Il semaforo verde è debitamente arrivato, dopo che l’ad della partecipata comunale, Paola Reguzzoni, ha mostrato a Milano una bozza preliminare del progetto complessivo per il recupero, un intervento che richiederebbe sui due milioni di euro. Da dove verrebbero fuori, è una bella domanda, ma se una cifra simile è sbucata dai meandri del bilancio per rimettere in sesto una dopo l’altra strade ridotte a un groviera da mesi e anni, non resta che confidare e aspettare fiduciosi.
Intanto, si provvederà per rimissima cosa a rimettere a posto il tetto: «è urgente, l’ho ribadito anche a Milano che non so se questo edificio reggerebbe una nevicata di quelle pesanti». Già qualche mese fa il crollo di un camino aveva fatto un mezzo disastro, spiega Reguzzoni, piombando attraverso lo stabile fino alla cantina. «In più c’è una grossa crepa sulla parte frontale».
A sollevare con forza la questione dello stabile era stato in primavera un gruppo di cui si faceva portavoce l’avvocato Walter Picco Bellazzi, che aveva avviato anche una raccolta di firme giunta a quota millecinquecento. Grido di dolore rimasto non inascoltato: e i primi interventi erano stati attuati con la buona scusa della presenza di improvvisati squatters che a rischio della pelle si rifugiavano nella casa ormai pericolante, ora si tratta di sistemare un grosso buco sul tetto e impermeabilizzare la copertura, tanto per cominciare. Il resto, come e quando verrà: ma la Reguzzoni ha le sue idee nel cassetto. E sono idee che piacciono alla Lega: trasferire in loco a lavori di recupero ultimati il Centro Dialetti, oggi ai Molini Marzoli, ricavare «una biblioteca storica a tema locale, cioè regionale, lombardo, non solo bustocco, con un caffé-ristorante letterario». Originale l’idea ulteriore di una legatoria artigianale di libri, che fungerebbe anche da punto di restauro per volumi antichi; l’artigiano intenzionato a passare il mestiere ai posteri c’è. In più, «il vicesindaco ha preso contatto con l’ordine degli architetti per valutare la possibilità di trsferire in futuro presso il "conventino" un archivio progetti ed eventualmente una sede locale dell’ordine».
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