Landini: “abbiamo svuotato le fabbriche e riempito le piazze “

A migliaia le tute blu si sono riversate in piazza Duomo. Presenti anche un migliaio di lavoratori della provincia di Varese per lo sciopero indetto dalla Fiom-Cgil

A Milano era in programma la manifestazione principale della Fiom-Cgil.  Un lungo serpentone si è raccolto a partire dalle 9 nella zona di Porta Venezia. Numeri precisi sull’affluenza non ce ne sono  -anche se si parla di diverse decine di migliaia di persone – ma è da notare che quando la testa del corteo è arrivata in piazza San Babila la coda era ancora ferma davanti ai bastioni di Porta Venezia, ad oltre un chilometro di distanza. Numerose le sigle presenti al corteo: Cgil in tutte le sue articolazioni, Spi (il sindacato dei pensionati) compreso, fino ai Cobas molti altri. In corteo anche diverse delegazioni di partiti come Sel e Idv – ma nessuna bandiera del PD-, i precari del mondo dello spettacolo, professori, Libera, Emergency e le associazioni studentesche universitarie e liceali. Uno spezzone del corteo era occupato anche da una folta delegazione di circa 300 metalmeccanici della provincia di Varese.
Dai numerosi camion lungo il corteo le voci dei delegati sindacali gracchiavano in dettaglio le ragioni della giornata. «Abbiamo firmato un contratto nazionale e vogliamo che sia rispettato. Non ci stiamo con le deroghe!». E ancora: «Siamo dei lavoratori, non degli schiavi e per questo ci stringiamo attorno ai 2326 coraggiosi che a Mirafiori hanno detto NO all’accordo della vergogna».
Poi, avvicinandosi a piazza Duomo i toni si sono alzati. «Ci dicono che questo è il prezzo del progresso ma non è vero e la storia lo testimonia. Vogliamo un nuovo modello che, ad esempio, non consideri la malattia come assenteismo. Abbiamo deciso di non piegare la testa e loro (gli industriali, ndr) sanno che finché saremo insieme non riusciranno mai a sottometterci».
Arrivati poi in piazza ci sono voluti oltre tre quarti d’ora per permettere a tutto il lunghissimo corteo di riempirla mentre dal palco si alternavano i delegati delle più importanti fabbriche della regione, sopratutto quelle legate direttamente a Fiat o al suo indotto. Intanto alcuni operai sono riusciti a salire sulla grande balconata del museo del 900 esponendo un enorme striscione sul quale campeggiava la scritta: “Difendiamo il contratto”. Per concludere la manifestazione, verso mezzogiorno in una piazza ormai gremita sono saliti sul palco gli applauditissimi Gad Lerner, Gino Strada e Maurizio Landini. Il segretario generale della Fiom ha ribadito le ragioni della protesta e, forte anche del successo di oggi in tutto il Paese, ha rilanciato con forza la richiesta dello sciopero generale. «Oggi abbiamo svuotato le fabbriche e riempito le piazze e proprio grazie a questa giornata – ha concluso Landini- abbiamo dimostrato di avere la forza necessaria per andare avanti. E’ quindi il momento di vincere questa battaglia, ricorrendo anche allo sciopero generale. Gli operai che lentamente sono tornati verso casa sanno che gli aspettano tempi duri ma grazie alla giornata di oggi  sanno anche che sono in molti e che non sarà facile sottometterli».
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Gennaio 2011
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