Manila Leoni è la nuova direttrice di 3SG-Camelot
Assessore a Turbigo, viene dall'azienda sociosanitaria del Castanese. Due settimane fa Franco Liccati, ex presidente silurato da Mucci, aveva detto che gli era stata imposta "una donna, di fuori provincia, con importanti incarichi nel partito".
Arriva il nuovo direttore alla Camelot-3SG, l’azienda di servizi sociosanitari del Comune di Gallarate. Il presidente dell’azienda Paolo Caravati ha nominato, al termine del percorso previsto dallo statuto, Manila Leoni, di Turbigo, assessore ai servizi sociali del Comune e presidente dell’Azienda Consortile per i servizi alla persona del Castanese. Una nomina attesissima, visto che se ne parlava già da inizio gennaio: l’ex presidente Franco Liccati aveva detto di essere stato rimosso dal sindaco Nicola Mucci per la sua opposizione alla nomina come direttore generale di una persona impostagli, "una donna, di fuori provincia, con importanti incarichi nel partito". Un profilo che corrisponde a quello della Leoni, amministratrice eletta con Forza Italia nel 2001 e nel 2006, anche se attualmente – assicura l’interessata – "non iscritta al PdL", anche se ha ricoperto il ruolo di coordinatore locale.
Il presidente attuale dell’azienda, Paolo Caravati, non aveva gradito i rumors sulla nomina e tanto meno apprezza oggi le "polemiche senza senso, che creano danni agli ospiti". Caravati ricorda ancora il percorso fatto secondo le regole dello statuto dell’azienda, con l’avviso pubblico (14 i curricula presentati), la selezione di una rosa ristretta di candidati, tre, e l’individuazione del nome più adatto: la Leoni appunto, che ha alle spalle cinque anni di esperienza come amministratore pubblico nel settore sociosanitario e una laurea in discipline economiche. "Non ci sono altri elementi che ci hanno guidato nella scelta" conclude il presidente di 3SG, chiudendo la porta ad ogni ulteriore polemica sul percorso pilotato che l’ex presidente Liccati aveva fatto intendere. La Leoni naturalmente non si trova in una posizione facile, lamenta l’attenzione mediatica a suo dire eccessiva sul caso: "venivo dal mio paesino, mi sono ritrovata catapultata tra le polemiche politiche", dice. Ora, però, vuole occuparsi dell’azienda, "delle urgenze che sono emerse in questo mese". Primo obbiettivo: "presentare il bilancio di previsione 2011, passo che andava fatto entro il 15 dicembre". Di mezzo c’è stato il cambio della guardia tra Liccati e Caravati e l’interregno nella direzione.
Anche sulla revoca del suo predecessore e sulla sua nomina a presidente, contestata dall’opposizione, Caravati si appella alle norme interne e chiude la porta ad ogni cattiva interpretazione: "Lo statuto dice che il sindaco può revocare il presidente in qualsiasi momento". Senza bisogno di motivazioni scritte, che sono quelle che Liccati chiedeva (anche a posteriori) a tutela del suo nome. "Se qualcuno ritiene scorretto quanto fatto, può pure rivolgersi al Tar. Spero che Franco Liccati non prenda questa strada".
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