Opposizioni unite contro Roncari: «Quante bugie sull’affaire Cereda»

I capigruppo annunciano la convocazione di un consiglio comunale per discutere della compravendita del terreno e del capannone con la ditta Cereda e per richiedere, nuovamente, le dimissioni del sindaco

Opposizioni riunite in un fronte comune contro la giunta Roncari. La vicenda della compravendita del terreno e del capannone nel quale opera la ditta Cereda sta mettendo seriamente in difficoltà, ancora una volta, la maggioranza che già aveva visto la cacciata della Lega Nord a fine 2010. Questa mattina, sabato, Fausto Bossi (capogrupppo Lega Nord), Federico Simonelli e Maria Chiara Gadda (Progresso e Solidarietà) e Vincenzo Manfredi (capogruppo Felci) si sono riuniti proprio nella sede locale del Carroccio per rispondere alle parole dette ieri dal sindaco Marco Roncari e dall’assessore all’urbanistica Broggini.

Ma andiamo con ordine. La Lega Nord esce con un comunicato nel quale accusa il sindaco di svendere il terreno comunale sul quale sorge il capannone dove opera l’impresa Cereda e annuncia la citazione in tribunale dello stesso sindaco. Roncari, infatti, aveva scritto nel novembre 2009 una lettera nella quale chiedeva all’impresa se fosse interessata all’acquisto dell’area alla cifra di 779 mila euro. L’impresa ha accettato ed era pronta a versare come anticipo 450 mila euro, ottemperando alla richiesta del sindaco. A quel punto Roncari, su spinta dell’assessore ai lavori pubblici e dell’assessore al bilancio, chiede di calendarizzare all’ordine del giorno del consiglio comunale del 21 dicembre 2009 l’alienazione del terreno e del capannone ma, su pressione della Lega Nord che aveva fatto notare la mancanza di tutta una serie di passaggi necessari, non ci riesce.

La fretta era dovuta all’approvazione del bilancio: quei 450 mila euro di anticipo, richiesti nella lettera alla ditta dal sindaco, sarebbero serviti a evitare lo sforamento del patto di stabilità, cosa che comunque non è avvenuta in quanto il 22 dicembre l’assessore al bilancio era riuscito a trovare i soldi necessari nelle pieghe del bilancio. Venuta meno l’urgenza il sindaco cambia idea e decide di seguire l’iter necessario all’alienazione facendo effettuare una perizia che stabilisce il valore di terrenno e capannone in 900 mila euro. Nel frattempo viene fuori che l’impresa non aveva mai accatastato il capannone e non aveva mai pagato Ici e tassa sullo smaltimento dei rifiuti. A questo punto servirebbe anche un bando di vendita pubblico ma non c’è tempo perchè la Cereda si rivolge al tribunale per vedersi riconosciuta la mancata volontà da parte del comune di accettare il pagamento dei 779 mila euro e, per dimostrare che quella è l’unica cifra che conta, cita in tribunale il sindaco Roncari (udienza prevista per il 1° febbraio) che aveva firmato di suo pugno le lettere nelle quali azienda e Comune si accordavano sulla compravendita.

Arriviamo alla conferenza stampa convocata questa mattina dai capigruppo dell’opposizione. Lega Nord, Progresso e Solidarietà e Felci annunciano che verrà convocato un consiglio comunale che abbia come unici punti all’ordine del giorno "l’affaire Cereda" e la richiesta di dimissioni del sindaco: «Hanno accusato l’ex-assessore leghista all’urbanistica, Giovanni Russo, di aver avallato questa proposta di acquisto – ha detto Fausto Bossi – l’ex vicesindaco Romano Chierichetti e l’ex-assessore Russo hanno chiesto di stralciare il punto dell’alienazione prima del consiglio comunale di dicembre e nello stesso consiglio risulta a verbale la presa di distanza dello stesso Russo che blinda il provvedimento fino all’aprile successivo». Per l’ex-sindaco Simonelli il primo cittadino avrebbe condotto «una vera e propria compravendita privata con un bene del Comune ad una cifra nettamente inferiore al valore stabilito dalla perizia che la stessa amministrazione ha fatto fare». Vincenzo Manfredi è sulla stessa lunghezza d’onda: «Appare chiara la responsabilità del sindaco in questa vicenda che, in barba alla procedura per le alienazioni degli immobili del Comune, ha bypassato completamente il consiglio comunale e gli uffici comunali».  L’opposizione unita intende chiedere le dimissioni di Marco Roncari sottolineando che «l’attuale primo cittadino, insieme alla sua giunta, non è adeguato all’incarico che ricopre».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Gennaio 2011
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