Per le disoccupate c’è lo psicologo
Il progetto è stato realizzato e interamente finanziato dal coordinamento donne. Un gruppo di nove donne è già "al lavoro". Una mostra fotografica esposta nelal Sala Nicolini
Rimanere senza lavoro è un brutto colpo sia dal punto di vista economico che psicologico. Anzi, spesso proprio quest’ultimo aspetto rappresenta per il lavoratore un ostacolo al suo reinserimento nel mondo lavorativo. Perdita di autostima, poca fiducia nel futuro possono sfociare persino nella depressione. Il rientro, poi, è ancora più complicato se si appartiene ad alcune fasce della popolazione, soprattutto ultraquarantenni e donne. È per questo che il coordinamento donne di Varese (Cgil, Cisl e Uil, Acli, circolo Arci "L’albero di Antonia") ha realizzato un progetto di sostegno psicologico per le lavoratrici in cassa integrazione o senza lavoro.
Il primo gruppo, composto da dieci donne e“reclutato” agli sportelli delle associazioni e del sindacato, ha già iniziato il lavoro con la psicologa. «Il disagio è grande – spiega la psicoterapeuta Valeria Salmini -. Molte esprimono rabbia per il modo con cui sono stata messe in cassa integrazione o licenziate».
Il primo gruppo, composto da dieci donne e“reclutato” agli sportelli delle associazioni e del sindacato, ha già iniziato il lavoro con la psicologa. «Il disagio è grande – spiega la psicoterapeuta Valeria Salmini -. Molte esprimono rabbia per il modo con cui sono stata messe in cassa integrazione o licenziate».
La più giovane del gruppo ha 28 anni, la più vecchia ne ha 53. Tra loro non ci sono solo operaie, ma anche impiegate, alcune laureande e una nonna. «Queste donne – continua Salmini – hanno perso la consapevolezza delle proprie potenzialità e del proprio talento. Lo scopo degli incontri è rivalorizzarle».
(foto, da sinistra: Manuela Pais, Marinella Magnoni, Isabella Risetti, Mariangela Provasio e Valeria Salmini)
(foto, da sinistra: Manuela Pais, Marinella Magnoni, Isabella Risetti, Mariangela Provasio e Valeria Salmini)
In Italia il tasso di disoccupazione femminile è superiore al 48%, come dire che una donna su due non lavora. Il sostegno proposto dal coordinamento potrebbe diventare un modello anche in altre città. «Questo è un esempio di politiche attive del lavoro – spiega Marinella Magnoni della segreteria provinciale della Cgil- e si potrebbe proporre anche nella contrattazione sociale per i piani di zona. A maggior ragione in un clima politico e culturale come quello che stiamo vivendo con il bunga-bunga e dove la dignità della donna viene continuamente calpestata».
Oltre al sostegno psicologico, il progetto comprende un’interessante mostra fotografica dal titolo “Unite nella lotta”, esposta nella Sala Nicolini a Biumo Inferiore. Circa 80 scatti in bianco e nero, per lo più di Silvestre Loconsolo, divisi in sei sezioni e provenienti dall’Archivio del lavoro, ripropongono le lotte delle donne nelle fabbriche e nella società civile. La mostra sarà aperta sabato 22 gennaio alle 16. (rimarrà aperta domenica 23, sabato 29 e ancora domenica 30 gennaio dalle 16 alle 18 e 30). È previsto, inoltre, uno spettacolo teatrale di Betty Colombo.
Il progetto, che costa 5 mila euro, è totalmente sostenuto dalle associazioni che fanno parte del coordinamento e dalla Fondazione “La Sorgente”, legata alle Acli. Nessun contributo, se non il patrocinio, da parte di Comune, Provincia e Regione.
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