Pirata della strada a 76 anni, tradita da un fanalino

Concluse le indagini sulla morte di Emo Businaro, travolto da un'auto il 2 dicembre. Alla guida dell'auto pirata una donna di 76anni di Induno, incastrata dopo una lunga ricerca tra i concessionari

caso businaro investimento cocquio trevisagoÈ una 76enne l’automobilsta che lo scorso 2 dicembre ha investito su una strada di Cocquio Trevisago Emo Businaro, che poi morì una decina di giorni dopo per i postumi dell’incidente. Classe ’34, nubile e residente a Induno Olona, R. M. le iniziali (il nome non è stato diffuso), la donna ha subito ammesso le proprie colpe quando gli agenti si sono presentati a casa sua in seguito a una lunga e non facile indagine portata avanti dalla Polizia Locale del Medio Verbano, che ha competenza su nove comuni tra cui, appunto, Cocquio.
Gli uomini del comandante Bezzolato hanno spiegato oggi pomeriggio – mercoledì 26 – in una conferenza stampa quali sono stati gli elementi che hanno portato a scoprire l’investitrice, attualmente denunciata a piede libero con le accuse di omicidio colposo, omissione di soccorso e fuga.
Due, fondamentalmente, le strade seguite dagli inquirenti per risolvere il caso, complicato dal fatto che gli elementi a disposizione erano soltanto un paio di testimoni oculari che avevano parlato di un veicolo color argento (ma il buio aveva impedito di ottenere altri particolari) e un frammento di fanale anteriore destro: anzitutto si è cercato di risalire al proprietario della vettura attraverso il canale dei concessionari e delle carrozzerie, inoltre sono stati analizzati i filmati messi a disposizione dalla rete di telecamere che veglia sia sui nove comuni consorziati sia su altri paesi limitrofi.

Gli agenti sono quindi risaliti in poco tempo al modello di automobile, una Hyundai "i10" allestimento base e, grazie alla collaborazione della filiale italiana della casa automobilistica hanno censito circa 200 veicoli di questo tipo immatricolati in provincia. A questi – controllati da una serie di verifiche a tappeto – si sono aggiunte altre 150 "i10" immatricolate altrove ma di proprietà di residenti nel Varesotto. Nel contempo, grazie all’appoggio della stessa Hyundai Italia, sono stati vagliati numerosi acquisti di fanali anteriori destri da parte delle carrozzerie. Proprio con quest’ultimo canale è così stato scovato un ordine partito 16 e consegnato il 23 dicembre da un autoriparatore di Induno Olona, grazie a cui (l’uomo, insospettito dal racconto della dinamica, non aveva gettato il pezzo sostituito) si è risaliti alla 76enne. La sua Hyundai era infatti stata ispezionata dopo che la donna aveva già fatto riparare la vettura, così era riuscita a superare indenne il primo controllo. A quel punto gli agenti del Verbano hanno comunque incrociato i dati relativi all’autombilista di Induno con quelli forniti dai circuiti di telecamere, sia quelle attive per la video sorveglianza, sia quelle installate con la possibilità di individuare le targhe che, come anche le verifiche dei tabulati telefonici, hanno confermato la presenza della donna sul luogo dell’incidente. «La signora si è difesa dicendo di non essersi accorta della gravità dell’accaduto, pur ammettendo di aver colpito il povero signor Businaro» ha spiegato il vicecomandante della Locale, Manuel Cinquarla (nella foto) «anche perché l’indomani non ha trovato articoli sull’incidente (in effetti la notizia è stata diffusa due giorni dopo l’incidente, insieme all’appello dei familiari dell’uomo ndr). Quando poi ha saputo della morte del pedone non ha comunque voluto costituirsi, forse per paura o perchè non sapeva come affrontare la situazione».

A margine della conferenza stampa sono quindi intervenuti il comandante Ettore Bezzolato e il nuovo presidente dell’Unione dei Comuni da cui dipende l’ufficio di Polizia Locale, il sindaco di Leggiuno Costantini. Entrambi  (foto a lato) hanno ringraziato tutti coloro che hanno contribuito alle indagini (agenti, altri comandi, Polizia, Carabinieri, carrozzieri, concessionari) e sottolineato l’importanza del sistema di telecamere che a fronte di un costo rilevante (570mila euro, tutti finanziati, su 9 comuni) sta dando però buoni risultati. L’ultimo caso risolto prima di oggi è stato quello relativo alla recente rapina alla farmacia di Cittiglio, che sorge a poche centinaia di metri dal comando. In quel caso le indagini furono condotte dai Carabinieri di Luino.

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Pubblicato il 26 Gennaio 2011
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