Recalcati: “Ci abbiamo provato, ma l’abbiamo fatto male”
Il coach boccia il primo tempo della Cimberio, è soddisfatto della rimonta ma ammette: «Nel finale abbiamo gestito male troppi palloni, non solo l'ultimo». Clima teso tra i dirigenti della Scavolini e alcuni tifosi marchigiani
Un primo tempo da dimenticare, un’ottima ripresa ma anche i troppi errori al momento sbagliato. Questa in sintesi la lettura fatta da Carlo Recalcati della partita tra Scavolini e Cimberio, vinta di misura dalla formazione marchigiana.
«Nella prima metà di gara abbiamo giocato male, sbagliando anche le scelte e non solo i tiri. Abbiamo mosso poco la palla ed esagerato con le conclusioni da lontano, anche se questa è un’arma che spesso ci è congeniale; così facendo abbiamo anche sprecato energia per recuperare la situazione. Poi Pesaro ha tirato molto bene, con il 54% da tre punti nei primi 20′: questo è senz’altro un loro merito ma credo che la nostra difesa sia stata corresponsabile». Dopo la pausa però è stata un’altra partita come sottolinea lo stesso ex ct azzurro: «È vero: al rientro in campo anche noi abbiamo avuto molti meriti e siamo riusciti a riaprire il match. Purtroppo non è bastato anche a causa di alcuni errori di gestione: non parlo solo dell’ultima palla persa da Goss, ma anche di diverse azioni precedenti che non abbiamo sfruttato a dovere. Sbavature che in una partita punto a punto alla fine si pagano a caro prezzo».
Recalcati non vuole forzare la mano sulle brutte prove offerte da alcuni giocatori della Cimberio: «Consideriamo il primo tempo: quando giochi così significa che non manca solo l’apporto di un giocatore. Anche quando si è di fronte a prestazioni individuali non esaltanti è importante che si reagisca di squadra: Varese non ha un quintetto definito e sempre fisso. Mi chiedete di Slay, ma anche contro Cantù ha iniziato dalla panchina e con il passare dei minuti ha trascinato i compagni».
Il tecnico poi torna su un ritornello che gli è caro. «Sappiamo che la nostra squadra non è dotata di grande atletismo e fisicità, però non possiamo prescindere dall’intensità difensiva. Il terzo periodo è nato proprio lì: sappiamo di dover mettere in campo sempre molte energie per sopperire alle lacune atletiche, il nostro campionato passa per forza da questa strada».
Prima dei saluti c’è tempo per i complimenti alla Scavolini: «Alla luce di quanto ho detto prima, sottolineo che Pesaro ha meritato il successo; noi ci abbiamo provato, ma è stato un tentativo venuto male».
E in casa Scavo-Siviglia la vittoria non manca di lasciare qualche strascico polemico. Se Dalmonte ringrazia a più riprese i propri giocatori scesi in campo con coraggio nonostante parecchi problemi fisici, il direttore sportivo Alessandro Barbalich non risparmia toni duri: «C’è gente che dopo due soli minuti di gioco ha iniziato a insultare ferocemente la nostra squadra, pur sapendo in che condizioni giocavano diversi uomini, che vanno solo ringraziati per quanto hanno fatto oggi. Non è la prima volta, e di recente ho litigato con chi passa la partita dietro la panchina per vomitare insulti: persone che si devono solo vergognare. E magari lasciare termini come "handicappato" per cose ben più serie di un attacco contro un giocatore di basket».
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