Guerra delle tessere: la Fabi smentisce i “dissidenti”

La segreteria del sindacato autonomo dei bancari ammette una perdita minore (260 tesserati), rispetto a quanto dichiarato dai dirigenti della Fiba Cisl (600). Ferri: «Alla Fabi la democrazia è di casa, il nostro consenso è legittimo perché arriva dal congresso»

La matematica non puo’ essere un’opinione. Nemmeno per il sindacato. A maggior ragione se a maneggiare i numeri sono dei bancari, che a far di conto dovrebbero essere abituati. L’annuncio fatto settimana scorsa dalla Fiba (i bancari della Cisl), circa l’“acquisto” di 600 nuovi iscritti provenienti dalla Fabi (Federazione autonoma bancari italiani), viene smentito dai vertici di via Piave. «Respingiamo le dichiarazioni propagandistiche e non rispondenti al vero. I fuoriusciti sono 260, tutti di Banca Intesa, e non scalfiscono il ruolo della Fabi che è il primo sindacato dei bancari in provincia e in Italia».
Il segretario provinciale, Pier Paolo Ferri, ha dalla sua parte i numeri che, nonostante quella perdita, gli consegnano il primato sul territorio: su 3.900 bancari che popolano la provincia di Varese, il 50% è iscritto al suo sindacato. Il rimanente se lo dividono le altre 7 sigle sindacali, tra cui c’è anche “l’avversaria” Fiba-Cisl.
Mentre parla, Ferri ha al suo fianco i sette componenti della segreteria provinciale, eletti durante l’ultimo congresso nel novembre di due anni fa. «Le cadreghe – continua il segretario – non sono una questione di casa Fabi, quanto di coloro che non avendo ricevuto consensi sufficienti durante il congresso, hanno pensato bene di cercarlo altrove». La stoccata è diretta a Filippo Pinzone, uno dei dirigenti "dissidenti" della Fabi, approdato nella segreteria provinciale della Fiba-Cisl. «La nuova segreteria – precisa Ferri – è stata eletta dal consiglio direttivo provinciale, formato da 35 persone, votate ed elette legittimamente dai 120 delegati che hanno partecipato al congresso provinciale, a loro volta nominati grandi elettori dalla base. Democrazia, trasparenza e autonomia dalla politica sono le caratteristiche della nostra organizzazione. Non è un caso che a livello nazionale possiamo contare su oltre 100 mila iscritti».
Della segreteria provinciale fanno parte tre dirigenti della vecchia guardia, cioè in carica da dieci anni: Pier Paolo Ferri (pensionati), segretario coordinatore, Paolo Hénin (Ubi Banca), segretario coordinatore aggiunto, Carlo Fontana (BPM), segretario. Insieme a loro sono stati eletti cinque nuovi componenti: Rosalina Di Spirito (Banca Popolare di Bergamo), segretario, Andrea Magni (Intesa San Paolo), segretario, Alberto Mostacciuolo (Unicredit), aiuto segretario amministrativo, Camillo Santini (Intesa San Paolo), segretario, Roberto Tenti (Banca Popolare di Bergamo), segretario amministrativo. «La Fabi provinciale – conclude Hénin che, insieme a Ferri, fa anche parte del comitato direttivo centrale – puo’ contare su 85 dirigenti sindacali, 50 rappresentanze aziendali e una presenza capillare sul territorio. Noi non siamo concentrati sul potere, ma sugli interessi dei lavoratori».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 22 Febbraio 2011
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