“Il cementificio brucerà rifiuti e nessuno ci dice nulla”
L’impianto si prepara a bruciare 30.000 tonnellate annue di combustibile da rifiuti. Un gruppo di cittadini si mobilita con volantini e raccolte firme. “Non siamo contro l’impresa, ma chiediamo trasparenza e chiarezza”
Che succede se a finire nell’altoforno del cementificio ci va la spazzatura, sotto forma di “combustibile da rifiuti”, vedi CDR? Se lo chiede un gruppo di cittadini di Cittiglio, uno dei tre comuni dove sorge da decenni la grande struttura della Colacem, dopo la notizia circolata negli ultimi giorni ed emersa in un consiglio comunale di qualche mese fa in cui la minoranza chiese di fare chiarezza sul progetto di sostituire l’attuale combustibile, costituito da oli esausti, col CDR. Si tratta appunto del derivato dal trattamento dei rifiuti solidi urbani con un grande potere calorico che può venir usato dai forni che cuociono le pietre calcaree per fare cemento. Una pratica per la quale l’azienda ha già da tempo chiesto permessi e autorizzazioni. In un volantino fatto circolare in paese in questi giorni, e distribuito nei locali pubblici e nelle cassette delle lettere, i promotori della campagna pretendono dall’amministrazione comunale maggior trasparenza nella gestione di questa partita.
Maurizio Scalco, ex vicesindaco delle passate amministrazioni e ora non più neppure in consiglio comunale, è uno degli attivisti di questa mobilitazione. «Abbiamo già raccolto 350 firme tra i cittadini di Cittiglio bussando porta a porta – . Non siamo contro il cementificio, beninteso. Solo, ci chiediamo come mai l’amministrazione comunale abbia tenuto quasi nascosta questa notizia: se non fosse stato per un’interpellanza presentata in consiglio comunale il 27 settembre scorso, la cittadinanza non avrebbe saputo nulla». Da qui la richiesta all’amministrazione di un consiglio comunale aperto per discutere della questione e permettere agli interessati di capire meglio ciò che accadrà. Il quantitativo di combustibile da rifiuti che potrà venir bruciato, secondo quanto affermato dallo stesso sindaco in consiglio comunale, ammonta a 30.000 tonnellate annue. Per custodire il nuovo combustibile l’azienda ha chiesto di potere realizzare un apposito box per lo stoccaggio, come riportato dalla relazione tecnica inviata al comune di Cittiglio il 17 novembre 2009, e per il quale, sempre secondo il sindaco Giuseppe Galliani, «il comune ha rilasciato concessione edilizia».
«Questa raccolta firme non ha un imprinting politico – spiega Manolo Marzaro, consigliere comunale ed estensore dell’interpellanza che venne discussa in consiglio comunale il settembre 2010. Semplicemente abbiamo scoperto che dal 2005 si stanno bruciando 30.000 tonnellate di oli esausti: la cittadinanza non ne sapeva nulla. Oggi scopriamo che presto il combustibile cambierà, e saranno addirittura rifiuti, di provenienza a noi ignota. Sarebbe una beffa il fatto che portino da fuori provincia il Cdr per bruciarcelo sotto casa».
Marzaro, come gli estensori del volantino, chiede la costituzione di una commissione consiliare permanente, e di un consiglio aperto al pubblico, oltre all’affidamento ad un esperto al servizio dei comuni interessati, la realizzazione di una relazione tecnica per capire quali ricadute possano esserci per i residenti. «In realtà – afferma Marzaro – il sindaco ci ha detto picche su tutti i punti. Addirittura ho fatto richiesta sui dati relativi alla qualità dell’aria in comune, e ad oggi non ho avuto risposta».
Una domanda sorge spontanea: come mai avete aspettato così tanto a informare l’opinione pubblica? «Abbiamo aspettato che il sindaco desse risposte alle nostre richieste, un segnale per allargare ai cittadini di Cittiglio la questione – conclude Marzaro. Invece nulla, le risposte ottenute in consiglio comunale sono insufficienti. Ecco il perché di questa mobilitazione».
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