“Treno lungo” a Bovisa, perché non c’è stato pericolo
Trenitalia-LeNord ammette l'episodio ma spiega come avviene l'esercizio: "Il treno segue un itinerario predefinito, con semaforo verde i binari rimangono liberi fino all'arrivo"
"Martedì 1° febbraio il treno 318 delle 7.26 da Malpensa per Milano, alla stazione di Bovisa si è fermato oltre la banchina ma non c’è mai stata una situazione di pericolo". L’ufficio stampa di Trenitalia LeNord risponde alla segnalazione del nostro lettore e spiega come avviene l’esercizio ferroviario e perché era impossibile che si creasse pericolo, nonostante l’errore (ammesso) della mancata fermata. "Ogni treno viaggia sui binari con un itinerario predefinito, gestito e seguito in tempo reale dal Posto centrale di movimento di Saronno in modo che davanti a sé non abbia alcun altro treno. Tanto è vero che il treno 318 aveva davanti a sé tutti i segnali "aperti", cioè verdi, segno che aveva il percorso libero fino a Cadorna". La marcia dei treni avviene infatti non a vista, come avviene in strada, ma sulla base del segnalamento: questo vuol dire che quando un treno occupa una sezione di linea, i binari devono rimanere completamente sgombri finché lo stesso treno non completa il suo percorso (sul rispetto di segnali e velocità vigila oggi un sistema automatico). Il segnale verde indica appunto che tutta la sezione che viene percorsa è libera (nello specifico Bovisa-Cadorna) e lo rimarrà fino a che il treno non arriva a destinazione. "Di conseguenza, anche tutte le operazioni di retromarcia del treno ("retrocessione", in linguaggio tecnico) sono avvenute in piena sicurezza" ribadiscono le ferrovie regionali.
"Trenitalia-LeNord non nega che quanto avvenuto non sarebbe dovuto accadere; come previsto in questi casi, è già stata avviata un’inchiesta interna per individuare eventuali responsabilità e prendere i conseguenti provvedimenti disciplinari".
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