“Adoro la perplessità di Montalbano di fronte ai mali del mondo”

Oltre 9,5 milioni di spettatori per la prima delle quattro nuove puntate del commissario nato dalla penna di Camilleri. La soddisfazione del regista Alberto Sironi, di origini gallaratesi

MontalbanoMontalbano sembra proprio essere l’unica certezza delle tv, esattamente come Sanremo e Benigni. Ovvero l’unico programma televisivo che “macina” spettatori senza dubbi. Infatti, la puntata Il campo del Vasaio, primo di quattro nuovi episodi, andato in onda lunedì sera su Rai1, ha inchiodato davanti alla tv oltre 9 milioni e mezzo di persone, con più del 32 per cento di share. È la fiction più vista del 2011, molto meglio anche di altri programmi tv.  
«Non ci possiamo certo lamentare – commenta ironicamente il regista Alberto Sironi, gallaratese che da sempre, ovvero quasi 15 anni, dirige le puntate dell’investigatore nato dalla penna di Andrea Camilleri -. Me l’aspettavo perché questa volta le storie sono tutte e quattro molto belle e molto nuove. Sono storie che danno una possibilità a Luca Zingaretti di interpretare un personaggio più maturo, più profondo».
 
Tempo fa si diceva che per Montalbano non ci sarebbero stati altri episodi…
«Ne abbiamo già in programma altri quattro, li gireremo nel 2012. Finche siamo vivi, soprattutto Camilleri, andiamo avanti. Fin quando il pubblico ci dirà che gli piacciono queste storie, noi non ci fermeremo i certo. E poi abbiamo fatto gli ascolti più alti dell’anno, perché ci dovremmo fermare?»
 
Se l’aspettava questo rinnovato successo?
«Da un certo punto di vista sì, siamo una bella squadra, lavoriamo bene insieme. E poi le storie di Camilleri sono uniche e sempre bellissime. Moltabano è uno dei pochi esempi di prodotto italiano televisivo che piace sia al pubblico che ai palati più fini».
 
A livello personale, non da regista, a lei cosa piace di più di Montalbano?
«Adoro la sua perplessità di fronte alle paure del mondo. Come l’inizio dell’episodio di ieri sera, quando gli appare in sogno Totò Tiina che gli comunica che la mafia ha preso il potere. Questa premonizione così terribile di un Italia sommersa dalle cose peggiori, e poi la rinascita di Montalbano attraverso le sue inchieste, sono una specie di cartina di tornasole del nostro Paese. Abbiamo sempre davanti agli occhi una realtà brutta e pesante, ma allo stesso tempo anche una realtà costruttiva, fatta di persone perbene e che lavorano. Questo è Montalbano, questo è quello che piace a me e che credo piaccia a molti altri italiani».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Marzo 2011
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