Don Gallo: “La costituzione è la mia preghiera preferita”

Il religioso genovese racconta la “sua” visione del mondo che piace molto alla gente comune ma non a quelli che comandano la chiesa e lo stato

Don Andrea Gallo è un prete particolare. Talmente particolare che potrebbe essere definito un prete in tour costante. Anche se «a luglio compirò 83 anni», la sua incontenibile forza arriva dalla volontà di trasmettere il messaggio che «c’è un Dio solo (e non sei tu!) e tutti gli altri sono solo idoli». Così, da quando nel 1983 ha fondato la comunità di S. Benedetto al porto a Genova per accogliere «chiunque si trovi in difficoltà», gira l’Italia per trasmettere il suo pensiero.
E così, venerdì 25 marzo, ha parlato nella parrocchia di Borsano. Ogni volta che Don Gallo incontra qualcuno, i suoi discorsi sono a tutto campo perchè «i cristiani devono essere partecipanti attivi della vita della società». Ed è proprio per questo che i suoi discorsi spesso non piacciono alle alte sfere ecclesiastiche. «Ma -precisa- non mi hanno mai scomunicato!».
Anche nella chiesa di Borsano il discorso del “prete dei tossici e delle prostitute” (come viene spesso definito) trasuda di attualità. Parla della guerra in Libia chiedendosi «perchè nessuno nella chiesa abbia detto nulla sui bombardamenti?”, del ruolo della donna nella chiesa «che vale quasi nulla», della legge Giovanardi sulle tossicodipendenze «scritta da chi non aveva bisogno di droghe per bucarsi il cervello», dei diritti civili e di molto altro. Particolare rilevanza viene data all’attualissimo tema delle migrazioni perchè «a parte il fatto che nei vangeli c’è scritto “ero forestiero e mi avete accolto” a che diritto diciamo no a chi scappa dal suo paese, quando nello scorso secolo sono partiti 50 milioni di italiani?». Don Gallo non sopporta chi continua a professarsi cristiano solo a parole ma poi «nei fatti fa tutt’altro». «Come possiamo -si chiede- dire sì alla guerra ma poi i profughi non li vogliamo?». Le sue visioni gli hanno spesso procurato l’accusa di essere un prete di sinistra ma, puntualizza, «io che ho frequentato “l’università della strada” mi chiedo sempre: Gesù cosa avrebbe fatto e agisco di conseguenza». Per questo ha un consiglio per la Chiesa: «dovrebbero stare zitti tutti per 5 anni e iniziare ad ascoltare». Com’è prevedibile, i suoi rapporti con il clero non sono stati mai facili e spesso gli è stato proposto da amici di «lasciare questa chiesa» che gli va così stretta e aprire una comunità indipendente. Ma, si chiede don Gallo, «perchè dovrei lasciare la chiesa, che è casa mia?». Lui stesso però, sapeva fin dal seminario che non sarebbe mai diventato Papa perchè «Papa Gallo non si può proprio sentire».
Parlando infine ai numerosi giovani presenti, Don Gallo gli ammonisce che «se il potere oggi è forte è perchè noi siamo in ginocchio. Quindi fuori entusiasmo, forza e intelligenza». E per (ri)trovare queste energie, consiglia a tutti di leggersi la sua preghiera preferita: «i primi 12 articoli della nostra costituzione».

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Pubblicato il 26 Marzo 2011
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