E i trafficanti d’arte diventano benefattori di Varese

Quadri sequestrati al museo. I mecenati (involontari) sono i contrabbandieri, che hanno lasciato agli inquirenti 2 milioni di euro di opere. Indagini su uno svizzero fuggito a Panama, un misterioso olandese, due autisti polacchi

C’erano 2 milioni di euro, sotto una coperta, nel vano di un furgoncino guidato da due operai polacchi, mentre il proprietario svizzero, 61 anni, se ne stava a Panama a sorseggiare una bibita e l’acquirente olandese, 49 anni, non si è più fatto vedere. Un contrabbando gestito da una serie di personaggi bizzarri. Volevano evadere il 20% di iva più i diritti, in tutto circa 500mila euro, ma la guardia di finanza c’ha messo lo zampino.
Con quei cinque bellissimi quadri – 4 spagnoli e un veneziano, il padre del Canaletto – può darsi che la giustizia italiana faccia un bel regalo alla città. Il gip del tribunale di Varese, Giuseppe Fazio, a indagine ancora in corso ha disposto il sequestro preventivo al museo del Castello di Masnago. I benefattori (involontari) sono i trafficanti, magistrati e forze dell’ordine sono invece i benefattori (quelli veri); a cominciare dagli inquirenti che stanno conducendo l’inchiesta: il pm Massimo Baraldo della procura di Varese, la Guardia di finanza di Gaggiolo, il maresciallo Romano, il tenente Milone, i funzionari della dogana e ovviamente il generale Antonino Maggiore comandante provinciale. «I quadri potrebbero divenire varesini alla confisca definitiva – spiega il capo della Gdf – ci sono buone probabilità perché il venditore svizzero e l’acquirente olandese difficilmente rientreranno in Italia per rispondere di contrabbando internazionale».
I finanzieri sono stati molto furbi: nel camioncino i cinque quadri erano occultati da alcune coperte. Il furgone era nella corsia dei normali viaggiatori ed era guidato da due operai polacchi. Potevano sembrare idraulici qualunque, ma il fiuto alla frontiera di Gaggiolo ha avuto la meglio. L’intrigo internazionale è poi completato dal fatto che lo svizzero di 61 anni avrebbe acquistato questi quadri da una casa di aste di Venezia, la San Marco dei Semenzato che nel frattempo è fallita lasciando 15 milioni di euro di passivo e c’è anche qualche dubbio sul fatto che siano mai stati pagati: non c’era infatti alcuna bolla di accompagnamento. Un commercio tutto in nero di opere eccezionali, con un unico indizio: nel 2007 erano negli Stati Uniti. E che valore: solo la Vergine di Zurbaran, inizio 1600, vale 800mila euro e sarebbe ispirata all’ultimo quadro dipinto in vita dal Caravaggio. C’è poi “Vista di un palazzo veneziano” di Bernando Canal, il padre del Canaletto, 1700 circa,, che vale 550mila euro; la «Giovane madre chiede la benedizione per il neonato a san Ramon” sempre dello Zurbaran che vale 300mila euro;Tomas Yepes, un valenciano del seicento la cui “Natura morta con frutta” vale 300mila euro. E infine “Stillifensth fiori” di Pedro de Camprobin, spagnolo del 1600, il cui valore è 50mila euro.

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Pubblicato il 05 Aprile 2011
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