Inizia la guerra degli spazi elettorali con denuncia
Il consigliere comunale del Pd Erica D'Adda attacca i leghisti e in particolare l'assessore Azzimonti colpevoli di aver coperto manifesti altrui per incollare quelli della Lega Nord: «Arroganti e incivili»
Ricomincia ad ogni campagna elettorale la guerra dei manifesti tra i vari partiti. Spesso è protagonista di questa guerra a colpi di colla e cartelloni elettorali la Lega Nord (foto di repertorio a sinistra) e anche questa volta, secondo il consigliere comunale del Pd Erica D’Adda, sono stati proprio loro gli autori del raid notturno avvenuto in città da parte di quattro individui a bordo di quattro auto differenti, impegnati a coprire i manifesti delle altre liste per incollare quelli della Carroccio. Secondo la D’Adda uno di questi era l’assessore allo sport Ivo Azzimonti del quale è stata presa la targa mentre furtivo, con i favori del buio, si adoperava in quest’opera di propaganda elettorale fuori dalle regole del gioco. La stessa D’Adda si pone delle domande su questi metodi e chiede risposte a chi di competenza. Riportiamo di seguito la lettera.
Ancora una volta, la notte di martedì 26 aprile ha visto di nuovo Busto protagonista dell’arroganza, dell’assenza di qualsivoglia senso del vivere civile e del rispetto della propria città da parte di chi, come la Lega, governa. Non paghi, Pdl e Lega, di aver riempito nel periodo Pasquale tutti gli spazi elettorali possibili – anche quelli fuori dai tabelloni predisposti – lasciando la città invasa da centinaia di manifesti spesso strappati, penzolanti, dando un’immagine brutta e sporca delle nostre vie, sono andati oltre.
Per tutta la notte di martedì quattro macchine sono girate a coprire sistematicamente con i manifesti della Lega i manifesti degli altri partiti.
Sappiamo chi sono, abbiamo preso le targhe, abbiamo segnalato l’avvenimento alla polizia locale. La prima appartiene ad una Lancia grigia guidata dall’esimio assessore Ivo Azzimonti. Quattro macchine, con quattro persone a bordo, che passavano anche a ricontrollare muovendosi lentamente, quasi con intento intimidatorio rispetto a chi il proprio lavoro volontario di campagna elettorale lo svolgeva nel rispetto delle regole .
Ci domandiamo: esistono degli intoccabili a Busto? Queste cose continuano a succedere, e non c’è neppure una segnalazione visiva dell’attacchinaggio abusivo. Se accade sempre così, se noi li vediamo, siamo in grado di prendere le targhe, segnaliamo il fatto, possibile che non si riesca a porre fine a questa insolenza?
Immaginiamo per ipotesi che accadesse qualcosa, che altri gruppi dovessero costituirsi tutti ben consistenti nel numero e nella forza. Potrebbe capitare, Dio non voglia, di incontrarsi di nuovo: di chi sarebbe allora la colpa se accadesse qualcosa? Che immagine darebbero coloro che devono vigilare, far rispettare la legge? Che immagine darebbe Busto Arsizio? Vorremmo una risposta a queste domande, perché gli intoccabili non esistono. O forse sì?
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