Meno tasse sugli straordinari, buste paga più “pesanti” per i lavoratori
Firmato un accordo territoriale tra Confapi e Cgil, Cisl e Uil. Tassazione agevolata sulla retribuzione incentivante dei lavoratori e quelle parti di salario che favoriscono la produttività e la competitività aziendale. L'accordo si applica anche ai somministrati
Non è più una novità, come sottolinea Antonio Albrizio, segretario della Uil, constatare che associazioni datoriali e sindacati si trovino a fare le stesse richieste alla politica. La ragione è semplice: il mondo della produzione e del lavoro bada ai fatti e l’accordo firmato tra le organizzazioni sindacali (Cgil, Cisl e UIl) e Confapi Varese è un fatto concreto. Le buste paga dei dipendenti e dei lavoratori con contratto di somministrazione (questa è una vera novità) delle imprese aderenti al sistema Confapi, oltre 16 mila, saranno più pesanti. L’accordo riguarda, infatti, la tassazione agevolata (non più il 27% ma il 10 %) sulla retribuzione incentivante dei lavoratori, ovvero quelle parti di salario che favoriscono la produttività e la competitività aziendale. Al centro della questione, dunque, ci sono gli straordinari, il lavoro notturno e festivo, le indennità di turno e il lavoro supplementare, quello che va al di là del part-time contrattualmente stabilito. In pratica, quelle forme di flessibilità che sono correlate ad aumenti di produttività, efficienza e innovazione organizzativa.
A porre le firme sul documento nella sede di viale Milano sono stati il presidente Franco Colombo e i rappresentanti sindacali: Franco Stasi, segretario generale Cgil Varese, Carmela Tascone, segretario generale Cisl Varese e Antonio Albrizio, segretario generale Uil Varese. Presente anche il direttore di Confapi Varese Marco Praderio.
All’intesa si è arrivati applicando e implementando l’accordo quadro sottoscritto a livello nazionale, pensato appunto per la materia delle agevolazioni fiscali.
L’accordo è retroattivo e vale per tutto il periodo di imposta 2011: ai lavoratori dipendenti di imprese associate a Confapi Varese sarà applicata l’aliquota secca del 10% per gli «istituti che sono in relazione a risultati riferibili all’andamento economico o agli utili dell’impresa o ad ogni altro elemento rilevante ai fini del miglioramento della competitività aziendale».
«Si tratta di un notevole passo avanti – commenta Piero Baggi, vice direttore dell’associazione delle Piccole e medie industrie varesine e responsabile delle relazioni industriali – perché il provvedimento va verso la riduzione del cuneo tra costo aziendale complessivo e il netto che arriva in busta paga. Il gap si riduce a favore dei lavoratori ma anche per le imprese di tratta di un accordo importante. Infatti, in un periodo di leggera ripresa come questo le aziende attingono al lavoro straordinario e a turno a piene mani. In questo modo, i lavoratori saranno più invogliati a lavorare vedendo destinati meno soldi in tasse».
«Un accordo eticamente corretto che va a sostenere direttamente il lavoratore che insieme alle Pmi paga di più il prezzo della crisi – spiega il presidente Franco Colombo -.Questo permetterà di avere più soldi in busta paga e quindi di sostenere i consumi. E’ un segnale importante in attesa di quella riforma di peso della tassazione sul lavoro che il mondo imprenditoriale attende da decenni. Associazioni di categoria e sindacati fanno intanto quello che possono, trovandosi sullo stesso fronte, per supportare aziende e lavoratori. Ma la nostra preoccupazione è che la situazione attuale non sia inseribile tra gli effetti della crisi ma rappresenti la normalità con la quale confrontarsi».
«Questo accordo – commenta Carmela Tascone, segretario provinciale della Cisl – va nella direzione giusta in un momento dove alla ripresa, o rimbalzo che sia, non genera nuova occupazione. Anche se la cassa integrazione è calata, l’emergenza occupazionale persiste, in lavoratori espulsi non vengono riassorbiti dal mercato e se non interviene una politica mirata è difficile trovare una soluzione».
Franco Stasi, segretario provinciale della Cgil, dà una strigliata alla politica locale. «È un’intesa importante e condivido quanto detto da Colombo: in attesa di una seria riforma fiscale si sostengono per quanto possibile i lavoratori e le Pmi. Sul territorio sindacati e associazioni datoriali si impegnano ma non si possono risolvere tutti i problemi. La ripresa ancora non offre posti di lavoro e a rimetterci sono giovani e pensionati: i secondi sono quelli che stanno sostenendo i figli. E poi mi chiedo una cosa: a ridosso delle elezioni comunali non ho ancora sentito nessun candidato mettere sul tavolo in modo serio le questioni del lavoro».
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