Varesotto-Serbia, raddoppiate le esportazioni

Ha fatto tappa nella sede cittadina dell’Unione Industriali il roadshow “Serbia: la sfida lombarda per competere” promosso da Regione Lombardia, Confindustria Lombardia e Ice

«Siamo la porta sul mercato russo delle imprese europee e italiane. E ciò vale anche per le attività produttive del Varesotto». È questo il messaggio lanciato alle aziende varesine dal Console Commerciale Serbo in Italia, Bojan Stevanovich, che ha partecipato all’incontro “Serbia: la sfida lombarda per competere” tenutosi questa mattina nella sede di Saronno dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese.
 
L’appuntamento ha rappresentato una tappa del roadshow promosso da Regione Lombardia, Confindustria Lombardia e l’Istituto Nazionale per il Commercio Estero. L’obiettivo è quello di presentare al sistema produttivo lombardo le opportunità offerte dalla Serbia sia in termini di investimenti diretti, sia in termini di sbocchi commerciali. A partire proprio dallo stretto rapporto economico che il Paese Balcanico vanta con la Federazione Russa. Grazie ai regimi doganali privilegiati che lo legano sia al mercato russo, sia a quello dell’Unione Europea, la Serbia rappresenta, infatti, una sorta di cerniera del commercio internazionale tra l’Europa e Mosca. Con risparmi notevoli per le imprese. Ma la Serbia, ha aggiunto il Console, non rappresenta solo una testa di ponte verso l’Est. È lo stesso mercato interno a incarnare un’opportunità. «L’economia serba – ha spiegato Bojan Stevanovich – nel 2010 è cresciuta dell’1,5% in termini di Pil”. Forte, inoltre, l’incremento delle esportazioni italiane “arrivate nei primi sette mesi del 2010 a toccare i 687 milioni di euro, contro i 519 dello stesso periodo dell’anno prima».
 
Un trend confermato anche dalle performance messe a segno dalle imprese varesine. Nel primo trimestre del 2011 dalla provincia di Varese è partito un export con destinazione la Serbia per un valore di 4,9 milioni di euro. In pratica più del doppio rispetto ai 2,2 milioni di euro del primo trimestre del 2009. Un balzo in avanti ben più consistente, dunque, del +14,8% che è stato registrato nello stesso periodo a livello nazionale e del +16,9% lombardo.
Per l’economia varesina, dunque, quello serbo è un mercato dai forti tassi di crescita. A vantaggio di quali settori? Sono soprattutto le imprese che producono macchine e macchinari a esportare in Serbia. Il comparto, infatti, si ritaglia una fetta del 35% dell’export provinciale con destinazione Belgrado. Seguono le aziende del tessile-abbigliamento con una quota del 28% e delle sostanze chimiche con il 15%. Uno spaccato, quello locale varesino, che è lo specchio di ciò che avviene a livello più generale nei rapporti commerciali Italia-Serbia. Come conferma lo stesso Console Stevanovich: «L’esportazione dall’Italia alla Serbia riguarda soprattutto veicoli, macchinari, tessuti, capi di abbigliamento, macchinari ad uso speciale». E per quanto riguarda le merci con tragitto opposto? «La Serbia esporta in Italia abbigliamento, acciaio, ferro, metallo colorato, calzature e articoli in plastica».
 
«È da notare – ha spiegato Massimo Metilli di Agenzia per la Russia – la crescita delle esportazioni serbe verso la Russia che ultimamente sta diventando un mercato di sbocco sempre più importante per il Paese. I principali mercati di riferimento rimangono tuttavia quelli della Ue (con circa il 55% dell’interscambio totale) e dell’ex Jugoslavia. Per quanto riguarda le importazioni, la Federazione Russa mantiene il primo posto soprattutto a causa del grande fabbisogno energetico della Serbia».
Forte, inoltre il radicamento di importanti gruppi bancari italiani tra cui quello di Unicredit Bank, volto a sostenere anche le imprese italiane: «Negli ultimi tre anni – ha spiegato Monica Gheser di UniCredit S.p.A. – gli assets totali di Unicredit Bank Serbia sono aumentati del 32%, con un tasso di incremento due volte maggiore a quello del mercato».

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Pubblicato il 04 Luglio 2011
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