“Noi difendiamo gli interessi di tutti, non di pochi”

Walter Girardi di Viva Via Gaggio risponde al parallelismo tra l'opposizione alle opere del passato e l'opposizione alla Tav e alla terza pista. "Invitiamo la prof.Gervasoni in via Gaggio"

Riceviamo e pubblichiamo

Prendo spunto dall’articolo dal titolo “La rivoluzionaria ferrovia che trasportava le barche”, per cercare di spiegare ulteriormente meglio la posizione di chi, come noi del Comitato Viva Via Gaggio ha deciso di prendere una posizione contro il Master Plan aeroportuale.
Una posizione non per “partito preso” come spesso e “volutamente” viene descritta.
Abbiamo sempre spiegato e messo nero su bianco le nostre motivazioni che non sono solo di carattere ambientale, ma che prendono in considerazione tutta una serie di aspetti che nei fatti non ci vengono mai smentiti da nessuno.
Le critiche che abbiamo ricevuto anche in confronti televisivi come quello di AltaitaliaTv o sugli articoli di stampa non hanno mai smontato le nostre obiezioni tecniche, ma sono sempre state improntate su un SI per partito preso alla sviluppo, un SI troppo ricco di preconcetti da risultare meno sostenibile dei nostri NO ampiamente supportati.

Ma per ritornare all’articolo, io personalmente ritengo ingeneroso e fuorviante paragonare gli oppositori del progetto dell’Ipposidra che incontrò a suo tempo Cattaneo, con gli oppositori moderni alla TAV o alla Terza Pista.
Siamo diversi nei modi e negli interessi. Gli oppositori di allora erano soggetti che avevano interessi privati da difendere; non solo i barcaioli ma anche i ferrovieri che miravano a puntare e realizzare la linea ferroviaria tra Novara e Arona e Milano- Sesto Calende che nel giro di pochi anni venne realizzata e sostituì appunto il progetto dell’Ipposidra, erano i primi oppositori di Cattaneo.
Se in effetti si conosco poco le questioni, forse varrebbe la pena evitare di fare paragoni ingenerosi ed errati.
Noi oggi poniamo delle obiezioni che partono anche da dati contenuti in indagini medico – scientifiche, in analisi e monitoraggi effettuati da enti terzi che hanno messo in luce una forte compromissione della qualità dell’aria di questa zona, una zona fortemente urbanizzata e inquinata che Regione Lombardia con la delibera di Giunta Regionale n° 8/5290 del 03/08/2007 ha definito “zona A di risanamento” cioè una zona dove diminuire le emissioni inquinanti e non di aumentarle con la realizzazione della Terza Pista.
Così come una attenta analisi sul sistema Malpensa e sul sistema aeroportuale del nord d’Italia, unita alla presa di posizione delle Compagnie Aeree, di Assaereo e l’addio di Lufthansa dovrebbero imporre quantomeno una riflessione, soprattutto in considerazione del fatto che i dati di previsione del traffico per i prossimi anni sono già discordanti tra SEA e ENAC, mentre sono rivisti ulteriormente al ribasso da enti terzi (sicuramente più indipendenti).

La consegna dei progetti alla Liuc ha però un risvolto che forse la Prof. Gervasoni dimentica o non coglie e cioè che se venisse realizzato il master plan tutta una serie di reperti che si trovano oggi lungo tutto il sistema di strade ciclopedonali come la Via Gaggio, la strada nazionale del porto e tutte le altre contenute nella zona della brughiera sarebbero destinate a sparire e verrebbero persi anche i reperti rimasti dell’ipposidra.
Tutti questi reperti, insieme ad una serie di percorsi storico-naturalistici che riguardano la brughiera di Lonate Pozzolo, la frazione di Tornavento (altra vittima del master plan), la Dogana Austroungarica, la Cà della Camera, il Comitato Viva Via Gaggio con il contributo e la collaborazione dei Comuni di Lonate Pozzolo e di Nosate ha intenzione di ricomprenderli nel progetto di Ecomuseo della Brughiera che verrà formalizzato subito dopo la pausa estiva.
Un progetto che si pone come obiettivo quello di far conoscere e vivere questa zona della provincia di Varese, molto ricca di storia, di cultura, di tradizioni locali e di un ambienta naturale unico nel suo genere (una volta cancellata la brughiera di Lonate Pozzolo, di brughiera si troverà scritto solo sui libri!) che fa parte del Parco del Ticino, riserva Mab dell’UNESCO dal 2005, riserva che gode della stessa tutela degli altri siti Patrimonio dell’Umanità tutelati dell’Unesco.
L’ecomuseo si presenta anche come occasioni di riscoperta di questa parte di Parco del Ticino dove è possibile sviluppare anche un progetto di turismo ecosostenibile non solo in funzione di EXPO 2015, ma anche con una visione sicuramente nel medio lungo periodo che potrebbe mettere in moto dei meccanismi anche di sviluppo economico non da sottovalutare.
Molto probabilmente la Prof. Gervasoni queste cose le conosce poco, ci mettiamo a disposizione della Professoressa per guidarla attraverso la brughiera di Lonate Pozzolo, lungo Via Gaggio alla scoperta non solo dell’Ipposidra, ma anche di tutta una serie di reperti e di luoghi decisamente troppo importanti per il loro valore storico, culturale e ambientale.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 01 Agosto 2011
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