Nuovi tagli agli enti locali. Formigoni: “Il federalismo fiscale è morto”
Berlusconi e Tremonti anticipano i contenuti della manovra per far fronte alla crisi: ridurre i costi della politica e dieci miliardi in meno, in due anni, per i territori
Tagli ai costi della politica e meno risorse per gli enti locali. Sono queste le linee generali della manovra allo studio del governo per far fronte alla crisi finanziaria. Misure che sono state anticipate oggi dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e dal ministro dell’economia Giulio Tremonti: «Aggrediremo i costi della politica con 14 -15 misure», ha annunciato il premier parlando di un taglio di 6 miliardi ai ministeri da attuare nel 2012 e di 2,5 per il 2013. Il premier ha confermato inoltre la volontà di introdurre la tassa di solidarietà dai redditi superiori ai 90mila euro.
10 miliardi in meno per gli enti locali – La Bce, ha spiegato Berlusconi, ha preteso l’anticipo del pareggio di bilancio spingendo il governo ad agire per ottenere altri «20 miliardi per il 2012 e 25 miliardi nel 2013». «Questi obbiettivi – ha specificato il titolare dell’economia – si dovranno raggiungere attraverso riduzioni della spesa». Per Tremonti il taglio dei trasferimenti agli enti locali è necessario e ammonterà a quasi 10 miliardi in due anni e ne sarà escluso il settore della sanità. La riduzione ammonterà a 6 miliardi nel 2012 e a 3,5 miliardi nel 2013. Il ministro ha parlato anche di riduzione di alcune province e di accorpamento dei comuni. La manovra, ha poi precisato Tremonti, avrà la forma di un decreto legge: «Questo è il tipico caso di decreto per necessità e urgenza. La necessità per la tenuta del paese, l’urgenza per i mercati».
Le reazioni – Agli annunci della manovra sono subito giunte dure reazioni da parte dei rappresentanti dei territori. Primo fra tutti il presidente della regione Lombardia, Roberto Formigoni: «Il federalismo fiscale non esiste più. È morto – ha dichiarato -. Siamo alla terza manovra e già quella del 2010 pesava molto sulle Regioni. I tagli previsti nel luglio 2011 pesano per il 50% sulle Regioni quando queste pesano sulla spesa totale solo per il 16%. Quindi gli ulteriori tagli comportano ulteriori pesanti sacrifici per le Regioni». «Una manovra iniqua e comlpetamente inaccettabile» l’ha giudicata il vicepresidente dell’Anci Graziano Delrio facendo riferimento alle conseguenze negative che questo provvedimento potrebbe comportare per i comuni italiani.
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