Bruciato vivo un cucciolo di riccio. Caccia ai responsabili

La richiesta d’aiuto e di solidarietà di un’insegnante del Liceo ai volontari Enpa per scoprire chi ha ucciso barbaramente l’animale. Indagano i carabinieri

Bruciato vivo un cucciolo di riccio. È avvenuto nella notte tra venerdi 21 ottobre e il mattino di sabato 22, in Via Leonardo da Vinci, in pieno quartiere Matteotti a Saronno. A compiere il gesto atroce sarebbero stati, secondo quando segnala l’Enpa di Saronno, «due giovani reduci da una serata di ‘divertimenti’, che hanno pensato di concluderla con un atto che si commenta da solo: bruciare, avvolgendo nel giornale e appiccandovi il fuoco, un cucciolo indifeso di riccio».

L’atto è stato scoperto, e immediatamente reso noto alle forze dell’ordine, da una insegnante residente nei condomini che affacciano sulla via dove è accaduto il fatto. «Il tutto deve essere successo tra la mezzanotte e la mezzanotte e mezza –ha comunicato la signora sia ai Carabinieri sia a Enpa – perché ricordo di aver visto delle fiamme davanti al nostro ingresso condominiale, ma mai più immaginavo quel che si stava consumando. È stato solo al mattino che mio marito, uscito per delle commissioni s’è reso conto che tra la cenere dei giornali giaceva una piccola creatura che altri non era che un riccio di poche settimane. Questo scempio m’ha talmente ferito e disgustato che ho immediatamente fatto segnalazione alle forze dell’ordine e all’Enpa affinché si identifichino gli autori di questa vigliaccata».

Nelle ultime ore Enpa e Carabinieri stanno ricostruendo la vicenda mettendo insieme tutte le informazioni e le testimonianze raccolte in loco. «Fortunatamente c’è più di una persona che ha visto e questo fa ben sperare nell’esito positivo delle indagini – commentano da Enpa -. Intanto il corpicino dell’animale è stato preso in carico da Enpa per sottoporlo ad alcune verifiche sanitarie. Nel frattempo è stato tratto in salvo il ‘fratellino’ del riccio bruciato, ed era in cura presso i volontari in attesa di consegnarlo al CRAS di Vanzago per il reinserimento in natura».

«Vale la pena sottolineare che da tempo gli studi psicologici e criminologi hanno messo in evidente relazione come l’insorgenza di atti di crudeltà sugli animali rappresentino allarmanti segnali di comportamento antisociale da non sottovalutare in alcun caso – concludono dall’associazione saronnese -. L’assenza di empatia, il sentire le urla di dolore e i lamenti di una creatura indifesa senza provarne pietà, è un pessimo indicatore della totale assenza di rispetto non solo nei confronti degli animali, ma per tutte quelle creature, compresi i propri simili, che si trovano in situazioni svantaggiate».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 25 Ottobre 2011
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