Oltre 250 lavoratori Sanofi bloccano l’azienda

Sciopero fuori dai cancelli per i dipendenti dell’azienda farmaceutica che produce il Maalox. La protesta dopo la comunicazione della proprietà di voler trasferire la produzione

Un’altra azienda bloccata tutta la giornata, camion in attesa fuori dai cancelli, con 250 lavoratori in sciopero, tra bandiere e cori. È accaduto venerdì mattina, dalle 8, alla Sanofi-Aventis, l’azienda farmaceutica di Origgio che da 25 anni produce il noto Maalox e da qualche anno anche l’Enterogermina. La protesta è nata dopo la presentazione della proprietà del nuovo piano industriale che prevede il ridimensionamento dello stabilimento di Origgio, con la dismissione della produzione di Maalox e la conseguente ricollocazione di oltre 130 dipendenti nello stabilimento di Scoppito, in Abruzzo.

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I dipendenti non ci stanno, hanno incrociato le braccia e bloccato l’ingresso dell’azienda di via Europa. Per molti di loro è impossibile spostare l’intera famiglia, vorrebbe dire abbandonare il lavoro in un momento in cui l’intero tessuto industriale è in piena crisi. 
Ma soprattutto, sindacati e lavoratori, non capiscono la strategia della proprietà (che conta sei stabilimenti in tutta Italia con un totale di 3.400 dipendenti). «L’azienda non è in crisi economica – spiega Maurizio Ferrari della Femca-Cisl -. L’anno scorso ci sono stati utili per 176 milioni di euro e il settore farmaceutico non è sofferenza. La scelta di delocalizzare è soltanto per una questione di utili. In questa maniera, però, ne fanno le spese i lavoratori e il tessuto sociale di un territorio come quello varesino che è in forte crisi». 

«La proprietà ha fatto questa scelta solo per motivi economici – continua Ermanno Donghi della Cgil -. Non ha senso questo spostamento, soprattutto se si considera che nella presentazione del piano industriale hanno deciso di investire a Origgio 9 milioni di euro per la produzione di Enterogermina. Ma questo porterà lavoro a 95 persone. E gli altri? Chi non potrà trasferirsi? Inoltre tutti i milioni investiti negli anni scorsi per far diventare questa azienda il polo centrale della produzione di Maalox, sono quindi stati buttati?».
Ferrari, inoltre, affronta anche un tema etico: «L’azienda ha fatto anche un patto coi lavoratori in passato, non deve ragionare solo da un punto di vista economico e di utile. Il valore di un’impresa non si basa solo su questo ma sull’impatto sociale che la stessa porta, sul benessere dei suoi lavoratori».

La situazione è ora in una fase di stallo. Dopo lo sciopero i lavoratori torneranno in azienda e i sindacati hanno chiesto un incontro con il ministero per costringere la proprietà, una multinazionale francese, a rivedere il piano. «Abbiamo anche chiesto alla Provincia di intervenire – concludono i sindacati -, perchè la situazione varesina è a rischio e questa situazione alla Sanofi può essere evitata, le ricadute sul territorio sarebbero drammatiche, anche per l’indotto».
I tempi per sono comunque lunghi perchè per spostare la produzione di un farmaco ci vogliono dei tempi burocratici, circa 18 mesi. Ma lavoratori e sindacati vogliono delle risposte prima che la macchina organizzativa si metta in moto. Prima che nello stabilimento si inizino a chiudere i reparti.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Novembre 2011
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