“Sono orgoglioso di lavorare alla Whirlpool”

A Cassinetta ci sono molti lavoratori stranieri, per lo più tedeschi che accettarono la sfida dopo la chiusura degli stabilimenti della Bauknecht in Germania

Sono tanti gli stranieri che lavorano alla Whirlpool di Cassinetta, ma per alcuni di loro questa ristrutturazione  è un film già visto. All’inizio degli anni 90’, la Bauknecht, storico marchio svizzero, veniva rilevato dalla Whirlpool. Dopo qualche anno, la multinazionale americana decideva di chiudere lo stabilimento in Germania. Una volta svanita l’ipotesi di essere assorbiti dalla Bosch, 500 lavoratori si trovarono di fronte a una proposta: lasciare la patria per  trasferirsi in Italia, alla Whirlpool di Cassinetta, appunto.
I più giovani, per lo più impiegati e progettisti, avendo buone prospettive di carriera, accettarono la sfida e una volta arrivati sulle rive del lago di Varese misero su famiglia. «Avevo 29 anni e lasciai tutto in Germania – dice uno di questi lavoratori che vuole rimanere anonimo – perché qui intravedevo un futuro. Ora ho superato i 40 anni, ho un figlio e per me sarà difficile spostarmi ancora, soprattutto se mi chiedono di andare in Turchia o in Polonia».
Di tornare in Germania, dunquenon se ne parla, anche perché nel piano di ristrutturazione annunciato dalla casa madre americana la produzione di lavastoviglie di Neunkirchen sarà trasferita in Polonia entro il prossimo gennaio. Oggi, le preoccupazioni di questi lavoratori riguardano gli ammortizzatori sociali. I tedeschi, infatti, pur non avendo una tutela rigida come quella italiana, in patria possono contare su un welfare ben strutturato. «Noi non abbiamo l’articolo 18 che ti tutela sempre e comunque e non esiste il licenziamento senza giusta causa. Però i nostri ammortizzatori ti sostengono bene e la politica, a differenza della vostra, si occupa di queste cose».
A Cassinetta invece i politici sono dei veri e propri desaparecidos. «Si sono visti prima delle elezioni – aggiunge Leonardo Lorusso della Uilm – . Ma dopo l’annuncio shock dei licenziamenti non sono arrivati segnali né dalla Provincia e nemmeno dalla Regione. Mentre in Toscana si è fatto un accordo che ha coinvolto le maggiori istituzioni e l’università per sostenere la produzione della Whirlpool di Siena e il suo indotto».
La crisi di Whirlpool Emea è una crisi di mercato, soprattutto in Europa. Competere con i colossi Samsumg ed Lg è sempre più difficile, per via della politica aggressiva sui prezzi praticata dai due produttori orientali, nonostante a Cassinetta ci siano tutte le competenze per fare buoni prodotti. «Io sono orgoglioso di lavorare alla Whirlpool – conclude il lavoratore tedesco –  perché qui si fanno prodotti di qualità e ci sono professionalità importanti che sarebbe un peccato perdere. In questo momento ci vuole più coesione da parte di tutti, manager compresi».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Novembre 2011
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