“I varesini sanno fare i sacrifici. Ma ora tocca alla politica”

Un'indagine degli studenti dell'Insubria ha analizzato il pensiero e i comportamenti di 327 cittadini: «La metà degli intervistati ha cambiato stile di vita a causa della crisi»

indagine sui varesini crisi politica ed economia La crisi ha cambiato le abitudini di un varesino su due. Questo secondo una recente indagine condotta dagli studenti di scienze della comunicazione dell’università dell’Insubria. Gli allievi del corso di "giornalismo e comunicazione politica", tenuto dal professor Franz Foti, hanno indagato e analizzato le opinioni di 327 residenti della Città Giardino. Dieci le domande proposte agli intervistati riguardo all’attualità e allo scenario politico ed economico del paese. «Bisogna premettere che l’indagine è stata realizzata tra il 18 e l’11 novembre del 2011, quando la situazione politica era in parte diversa. C’era ancora Silvio Berlusconi a capo del governo – spiega Daniele Debernardi, uno degli studenti del corso che insieme ai colleghi ha organizzato una conferenza stampa per presentare i risultati del lavoro -. La maggioranza degli intervistati (il 73 per cento) lamenta che un capo di governo, visto il ruolo istituzionalmente ricoperto, debba mantenere un comportamento moralmente corretto e operi nel rispetto delle leggi». Il giudizio dei varesini nei confronti della politica è piuttosto amaro: «Per quanto riguarda i costi – ha aggiunto un altro studente, Massimiliano Coletto – la quasi totalità degli intervistati (89 per cento) ritiene gli sprechi degli organi di governo e delle pubbliche amministrazioni siano eccesivi. Mentre in molti (74 per cento) si dichiarano convinti che la politica non sia in grado di promuovere proposte positive per le nuove generazioni, proprio quei figli a cui otto varesini su dieci consigliano di andare a lavorare all’estero».

studenti franz fotiL’indagine degli studenti approfondisce inoltre l’atteggiamento dei cittadini nei confronti della crisi da cui emerge una sensazione di sfiducia: l’80 per cento del campione non intravede una ripresa economica nel breve termine. «Ma l’atteggiamento degli intervistati su questo punto è significativo – dice Emmanuel Conza -. L’85 per cento di loro infatti si dichiara disposto a fare sacrifici ma a patto che anche la classe politica dia il buon esempio. Il messaggio è chiaro: chi governa il paese deve cambiare, senza questa condizione difficilmente si starà meglio. Nel frattempo più della metà dei varesini (58 per cento) ha messo in atto dei cambiamenti nel proprio stile di vita e nei consumi: sono segnali di speranza di persone consce e consapevoli della situazione, che si sono già poste il problema della crisi e che non vogliono altrettanto per i loro figli».
A tracciare le conclusioni del lavoro è stato il docente, Franz Foti che durante il corso ha lasciato piena autonomia ai suoi allievi: «I ragazzi hanno individuato le domande, effettuato le interviste, analizzato i dati e infine organizzato l’incontro con la stampa e il materiale informativo – ha spiegato Foti -. Sono molto soddisfatto e mi colpisce molto un aspetto dei risultati: penso che mai prima, nella storia italiana, il pensiero politico dei giovani e quello degli adulti sia stato così coeso. Gli adulti hanno avuto l’esperienza di una politica genuina, hanno rivoluzionato un sistema e sono rimasti delusi dagli ultimi sviluppi politici. I giovani sono nati e hanno sempre vissuto con una certa classe dirigente, ma il malcontento generale ha portato a un giudizio coeso e la totale volontà di cambiamento per un futuro migliore».

Le dieci domande del questionario

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Dicembre 2011
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