A Pasqua nessuno da solo, la città si mobilita
I Servizi Sociali del Comune partecipano all’organizzazione di due pranzi per contrastare solitudine e disagio sociale
A Pasqua la città non lascia da soli. Il Comune ha infatti pensato a due iniziative, ovvero due pranzi destinati a quanti versano in situazioni di disagio o comunque passerebbero il periodo festivo in solitudine. In entrambi i casi i Servizi Sociali hanno contribuito a individuare e contattare le persone potenzialmente interessate.
«Continuiamo – afferma l’assessore ai Sevizi Sociali, Margherita Silvestrini – un percorso già iniziato nel periodo natalizio. Ringrazio tutti coloro che si impegnano nelle due proposte. Si tratta di gesti forse piccoli ma significativi. Dimostrano che Gallarate ha un cuore generoso, nonostante le difficoltà».
Il primo appuntamento, fissato alle 12.30 del 31 marzo al Ristorante Postporta, è organizzato da Croce Rossa Italiana, Caritas e Cooperativa Lotta Contro L’Emarginazione, in collaborazione con pasticceria Giovanni Bianchi e macelleria Pessina. La Protezione Civile assicurerà un servizio di accompagnamento ai commensali, in tutto 58. «Vogliamo offrire un momento di condivisione – ha spiegato il commissario locale della Cri, Mirto Crosta – ma anche sfruttare l’occasione per educare e sensibilizzare i partecipanti. Abbiamo spiegato ai convitati che non serviremo bevande alcoliche, dal momento che alcuni di loro ne abusano, e torneremo a spiegare i motivi della scelta».
«La speranza – ha aggiunto Massimiliano Festa, con Marilena Broggi titolare del locale – è quella di garantire a tutti un momento sereno, di autentica festa. Per questo ci ha fatto particolarmente piacere scoprire che parteciperanno anche nove bambini».
Il giorno di Pasqua (domenica 8 aprile), invece, l’appuntamento è alle ore 13.00, al Centro Paolo VI di via Bachelet. Roberto Sartori, alla guida della sezione gallaratese di Exodus, ha presentato il pranzo organizzato con Caritas, oratorio e parrocchia di Madonna in Campagna. «Siamo alla tredicesima edizione – ha spiegato – e i numeri fotografano il peggioramento della situazione economica. Abbiamo iniziato con una cinquantina di commensali, l’anno scorso ne abbiamo contati 170. Non solo singoli emarginati e volti noti agli operatori sociali, sempre più spesso si presentano intere famiglie».
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