Posto fisso e lavoro sotto casa: il sogno dei diplomati varesini

La fotografia di Almadiploma spiega chi sono i giovani diplomati del territorio. Divisi tra studio e sport e poco attirati dall'estero. Intervistati oltre 3000 maturandi del 2011

Studenti impegnati alla maturitàFlessibilità? Globalizzazione? I diplomati varesini non sembrano affascinati dalla "conquista del mondo": rimangono ancorati all’idea del posto fisso sotto casa. Questo è uno dei dati che emerge dallo studio Almadiploma, che ha intervistato oltre 3000 maturandi del 2011 di 25 istituti superiori. L’indagine si sofferma su diversi aspetti della scolarizzazione ma non solo.

Più studiose, più brillanti e più concentrate. Nel confronto diretto tra diplomati e diplomate, il gentil sesso ha stracciato senza appelli i compagni di avventura. La fotografia mette in luce un elemento interessante: la scuola del Ventunesimo secolo non è un ascensore sociale. Gli studenti liceali hanno genitori in possesso di diploma ( 53,3%) o laurea ( 32%) mentre solo il 13,1% ha il titolo di terza media o è analfabeta ( 0,7%). Tali percentuali si ridisegnano se si considera gli studenti dei tecnici che hanno in genere padri e madri con titolo di scuola media superiore (54,4) o media inferiore (32,9)  e di classe media o piccola borghesia ( 28 e 23,4%) con meno laureati (9%)  o analfabeti (2,2%) per un terzo operai. Dato che cambia ulteriormente tra gli allievi del professionale che hanno, in prevalenza, genitori in possesso di diploma di scuola media superiore (44,5) o inferiore (40,6) o analfabeti (6,3%9 mentre i laureati sono solo il 4,2%. Riguardo alla classe sociale c’è una netta prevalenza di operai (39,7%).

In generale, i ragazzi varesini sono arrivati alla maturità in linea con gli studi: sono state soprattutto le ragazze a correre spedite verso il traguardo: le maturande diciannovenni sono state l’77,4% contro il 62,5% dei ragazzi che hanno avuto bisogno anche di un anno in più ( nel  23,2% dei casi). 
Il percorso liceale è quello che ammette "meno sbandamenti": i diplomati a 19 anni sono stati, infatti, l’87,5% mentre i ventenni  il 10,2. Più tortuoso appare il quinquennio tecnico: si è diplomato in tempo il 64,6% dei maturandi mentre il 22,8% ci ha messo un anno in più. Decisamente faticoso, infine, è il cammino professionale: nemmeno la metà degli studenti ha finito nei tempi (49,9%) mentre la gran parte ci ha messo uno o due anni in più (28,2 e 21,8%).  Questo dato è confermato anche dall’esito dell’Esame di Stato del 2011: il 7,1% dei liceali  ha ottenuto 100 contro il 3,2% dei tecnici e l’1,1% dei professionali. Al liceo, la maggioranza dei ragazzi si è diplomato con un voto tra gli 80 e i 99 (50,7%), mentre ai tecnici il 69% ha ottenuto tra i 61 e gli 80 mentre al professionale il 45,1% dei diplomati ha preso tra 61 e 70 e il 14,8% è stato promosso con il 60 ( al liceo i 60 sono stati il 5,9% e ai tecnici il 10,6%).
Se analizziamo le carriere scolastiche in base al sesso, si conferma la supremazia femminile: la votazione massima è stata attribuita al 5,5% delle ragazze e al 3,1% dei ragazzi, il 24% delle candidate ha ottenuto tra gli 81 e i 99 contro il 17% dei compagni maschi che, invece, hanno riportato votazioni più basse: il 12,4% ha preso 60 e il 39,.6% tra 61 e 70. 

Sarà forse perchè le studentesse passavano una quantità di ore di studio decisamente superiore a quelle dei compagni. I ragazzi, infatti, hanno dedicato tra le 5 e le 9 ore a settimana ( 34,4%) mentre le ragazze ci sono rimaste tra le 10 e le 14  ( 29,6%) con una buona rappresentanza ( 26,8%) di appasionate che arrivavano sino alle 19 ore a settimana, mentre solo il 12% dei fanciulli è stato chino sui libri per tante ore. 
In compenso, i maschi sono stati più aperti alle esperienze "del mondo": hanno lavorato di più nei mesi estivi o nei week end (63% contro il 52% delle compagne), hanno ritagliato maggiori spazi alle attività sportive ( 71% contro il 48% delle ragazze) e hanno trascorso più tempo a "smanettare" al computer con grande attenzione ai social network ( anche se il divario si fa decisamente più sottile: 28% dei connessi quotidianamente contro il 26,4% delle connesse). 

Quasi a confermare la fama dei "mammoni", arriva il dato sulle esperienze all’estero: il 45,7% delle studentesse ha effettuato un soggiorno studi all’estero contro il 26% degli studenti. Si tratta, per lo più, di ragazzi che frequentano licei ( 48,5%) o istituti tecnici ( 34,7%).

Circa il futuro, infine, l’occupazione fissa rimane l’obiettivo principale di qualsiasi studente, indipendentemente dal tipo di scuola: la stragrande maggioranza vuole il contratto a tempo pieno con una percentuale che varia dal 63,5% dei liceali al 72,9% degli studenti del professionale, con una leggera differenza tra maschi (72,3%) e femmine ( 61,7). 
La sicurezza del contratto a tempo indeterminato resta la speranza di tre quarti dei diplomati: con percentuali che variano dal 74% dei licei, al 83% dei tecnici, al 84,3% dei professionali.

In un mondo globalizzato, dove il mercato è dilatato ai confini estremi, gli studenti varesini sognano ancora il posto "sotto casa", al massimo nella stessa provincia (61%) o regione attigua (47,6%). Lavorare all’estero è ancora visto con sospetto. Tutt’al più, si accetta un lavoro che "porti" all’estero ma che permetta di far ritorno a casa (30,8%). Molto meglio rimanere in zona ( 48,4% tra le ragazze e 36,4% tra i ragazzi). Fuggire da casa resta l’ambizione per un quinto delle giovani e per un quarto dei futuri lavoratori. 

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Pubblicato il 05 Marzo 2012
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