Il giorno dopo Legalitalia, diamo i voti
Dopo il successo del meeting degli studenti contro le mafie viene il momento di fare due conti e assegnare qualche voto. Bene gli studenti e le associazioni (tutte) che hanno partecipato, male (come sempre) la politica
Studenti e associazioni voto 10, politica voto 3. Il day after Legalitalia serve a mettere in chiaro alcune cose: passare due ore della propria mattina ad ascoltare come si porta avanti la lotta alla mafia in Italia non è una perdita di tempo, si chiama educazione civica. Secondo punto: le polemiche scatenate sul noto quotidiano locale La Prealpina hanno messo in luce che, a dispetto di quanto pensano coloro che hanno in mano le leve del potere in città, una consulta antimafia (proposta da alcune forze di opposizione) avrebbe permesso di condividere meglio tutti gli eventi che si sono susseguiti da venerdì sera a lunedì mettendo davvero insieme tutto e senza creare divisioni.
Cosa è successo prima di Legalitalia e Aspettando Legalitalia è certamente noioso ma piuttosto chiaro. A settembre del 2011 "Ammazzateci Tutti" annuncia all’amministrazione che avrebbe nuovamente proposto l’iniziativa "Legalitalia in Primavera", a dicembre l’associazione viene sollecitata a presentare un progetto educativo per ottenere i contributi del Comune e questa risponde con una richiesta di 10 mila euro per realizzare gli incontri nelle scuole durante l’anno e la manifestazione ad aprile. A febbraio l’assessorato alla cultura convoca tre realtà giovanili (centro Stoà, Comunità Giovanile, Fondazione Blini) insieme ad Ammazzateci Tutti ma il coordinatore Brugnone chiede di convocare anche Comitato Antifascista e 26per1, due realtà di ispirazione politica diversa dalle tre convocate dall’assessorato che chiede a Brugnone di recedere dal suo intento. A questo punto comincia ad impantanarsi il dialogo tra Ammazzateci Tutti e l’assessorato anche se 26per1 partecipa ad un incontro senza alcun seguito.
A quel punto l’assessorato decide di stanziare circa 3400 mila euro per "21052 contro le mafie" (brand sotto il quale voleva riportare anche la stessa Legalitalia) così suddivisi: 3200 euro al centro Stoà per le spese sostenute per la mostra fotografica di Letizia Battaglia, 200 euro a titolo di rimborso spese per Comunità Giovanile; Fondazione Blini invece decide di basarsi su fondi propri. Restano in ballo circa 4600 euro che Ammazzateci Tutti, a questo punto, vorrebbe fossero assegnati con una delibera differente da quella con la quale si finanziava "Aspettando Legalitalia" ottenendo il diniego dell’assessore Mario Crespi. Così Legalitalia ha ottenuto il solo patrocinio del Comune e due sale gratuite per gli incontri del mattino mentre il resto dei costi dell’iniziativa è stato meritoriamente coperto dai tantissimi ragazzi che hanno contribuito mettendo circa 3 euro a testa.
Questa è la ricostruzione che siamo riusciti a fare ascoltando tutte le varie associazioni che hanno preso parte a questa tre giorni contro le mafie e che hanno seguito l’iter. Un successo, nonostante tutto, che è innegabile e chi lo vede non è mosso da sentimenti autentici. Legalitalia non è Massimo Brugnone, che pure ne è il motore, ma i tantissimi giovani che sono stati coinvolti nell’organizzazione, è la consulta studentesca, sono i tanti e qualificati relatori che hanno partecipato e sono le associazioni (Stoà, Comunità Giovanile, Fondazione Blini e Comitato Antifascista che hanno portato un contributo attivo ma anche le altre che hanno portato solo il banchetto) che non hanno voluto mancare, ognuno a suo modo, con la stessa finalità al di là delle barriere ideologiche. Sono la parte migliore di Busto, sono la parte migliore dell’Italia.
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