La Ue deve premiare le banche che sostengono l’economia locale

Alessandro Azzi, presidente di Federcasse (Federazione italiana delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali) è intervenuto a Malpensafiere all'assemblea dei soci della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate

«Non si può sostenere che le banche italiane siano al di sopra dei problemi. Anche se tutti i miliardi messi a disposizione dal Governo sono stati restituiti, rimane il problema delle perdite: nel 2011 la somma di quelle delle prime quattro banche italiane arriva a 30 miliardi». Alessandro Azzi, che è intervenuto durante l’assemblea dei soci della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate a Malpensafiere, sa bene quale sia il polso delle banche in Italia: è presidente della Banca di Credito Cooperativo “del Garda” di Montichiari, della Federazione Lombarda delle Banche di Credito Cooperativo e di Federcasse (Federazione italiana delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali), che rappresenta 446 Bcc e Casse Rurali dislocate in 96 provincie e 2.298 comuni.

Crisi, piccole e medie imprese che chiudono, credit crunch: presidente Azzi, quali sono le strategie messe in atto dalle Banche di Credito Cooperativo?
«Abbiamo continuato il nostro impegno anche negli anni della crisi, e questo l’hanno riconosciuto tutti. Per non rimanere solamente su dichiarazioni, i riscontri precisi dicono che anche nel 2011 gli impieghi del credito cooperativo italiano sono aumentati del 4,5-5%. In questa situazione non possiamo che perseguire un cammino di continuità in tal senso, ovviamente prestando particolare attenzione a non stressare i conti economici. Continuare a sostenere gli impieghi in un’economia è una buona cosa dal punto di vista dei valori ma nello stesso tempo deve essere compatibile con i conti economici perché se nello stesso tempo l’economia non riprende, anche la qualità del credito ne risente e conseguentemente anche il credito bancario».

Persino Barack Obama ha detto che le banche di credito cooperativo giocano un ruolo chiave nella ripresa economica americana. Quali strumenti servono affinché possa accadere anche in Italia?
«Oramai più della metà della normativa bancaria proviene dall’Europa, e non dal governo nazionale di qualunque Stato. È soprattutto al regolatore europeo che rivolgiamo le nostre raccomandazioni e segnaliamo la nostra preoccupazione, perché le normative sono sempre più complesse e impegnative, vincolanti, quasi come se si volesse chiudere la stalla della finanza speculativa dopo che i buoi sono scappati, ma queste normative non tengono conto quasi mai della necessità di distinguere se una banca ha come finalità il sostegno all’economia locale o la finanza speculativa, se ha nel proprio attivo titoli di Stato del proprio paese o titoli tossici, se è improntata al rischio piuttosto che allo svolgimento di una funzione. In sostanza, anche il principio di proporzionalità, sancito a livello comunitario, non viene adeguatamente praticato. La nostra attenzione e i nostri segnali sono quelli di una normativa che tenga conto delle diverse finalità e delle diverse visioni di chi fa banca».

Questo mese la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate ha presentato il primo bilancio in rosso della sua storia, scegliendo pertanto di diventare più banca-azienda che banca salvadanaio. Secondo lei è meglio una banca-salvadanaio o una banca-azienda?
«Un bilancio in rosso non fa piacere, ma da questo punto di vista la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate è in ottima compagnia. Confrontandoci con le altre grandi banche, possiamo dire che in oltre 100 anni di storia abbiamo fatto come le formiche e abbiamo accumulato dei patrimoni che ci consentono di attingere a risorse durante questo inverno così lungo. Nessuna preoccupazione, quindi, e molta attenzione: questo è il segno della coerenza. Secondo me la banca dovrebbe essere entrambe le cose. Azienda perché chiaramente è improntata alle logiche e ai criteri manageriali, e questo ci è richiesto dalla concorrenza, ma anche salvadanaio perché la prima finalità della banca, ancor prima di fare prestiti, è quella di gestire oculatamente i risparmi della propria gente». 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Aprile 2012
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