“Guardia medica a Gallarate, una situazione indecorosa”

L'avventura di una lettrice che ha raggiunto con difficoltà l'ambulatorio notturno dell'ospedale: "Un posto indecoroso prima di tutto per chi ci lavora"

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una lettrice che segnala la situazione del servizio "di continuità assistenziale" (più noto come: Guardia medica) all’ospedale di Gallarate. Il servizio di Guardia Medica è erogato direttamente dall’ASL e l’azienda ospedaliera non ha responsabilità, se non per il fatto che l’ospedale fornisce gli spazi: a tal proposito confermiamo che la posizione dell’ambulatorio in funzione la notte e nei festivi in effetti è difficilmente individuabile stante la mancanza di cartelli. Pubblichiamo la segnalazione sottolineando anche come da parte della lettrice ci sia anche un riferimento positivo al personale sanitario che lavora in quell’ambiente. A seguire la risposta del direttore dell’Asl di Varese Giovanni Daverio

Buongiorno sig. Direttore,
sabato 21/04, avendo bisogno di un certificato medico, mi sono recata con mio marito presso la guardia medica situata all’interno dell’ospedale di Gallarate.
Ciò che ho trovato mi spinge ad una denuncia che voglio rendere pubblica tramite il suo giornale.
Non ci sono indicazioni, per cui chiediamo all’ingresso; l’uomo lì seduto ci dice "palazzo di fronte, dove c’è la pediatria", sembrava pure un po’ scocciato!
A parte che "di fronte" non c’è la pediatria bensì il pronto soccorso, ci avviamo e, dopo qualche tentativo e richiesta di informazioni (non esiste NESSUN genere di cartello che indirizzi) entriamo nel padiglione vicino alla pediatria dove c’è scritto "camere mortuarie" e, per puro caso (entrava la signora che fa le pulizie), troviamo finalmente la guardia medica.
Da notare che come unica indicazione fuori della porta c’è un foglio dattiloscritto sbiadito.
Ci fanno entrare: spazi ristretti e malmessi, dopo una curva e controcurva di un corridoio, in fondo, vicino al bagno, troviamo una sedia, un carrello in vetro (ex porta-televisore)
al quale si accomoda, con nostra meraviglia, il gentile medico (è la sua scrivania!!!), e lì sopra provvede a redigere la documentazione per la quale mi sono recata lì.
Sia io che mio marito siamo rimasti SBIGOTTITI.
Ci guardiamo attorno e ciò che vediamo è veramente desolante; a parte la pulizia che lascia molto a desiderare, (non dimentichiamoci che è un presidio medico), su di un piccolo frigorifero sono appoggiati: disinfettanti, guanti, cotone, siringhe ecc.
Per scrivania un carrello porta-televisore, il tutto in un brutto e stretto corridoio vicino alla porta di un bagno.
Volendo essere sarcastici, si potrebbe trovare il lato positivo: lo spazio è talmente angusto che se il paziente sviene non cade nemmeno per terra, si appoggia al muro…
Siamo meravigliati che all’interno dell’ospedale di Gallarate, in una struttura dove, salvo smentite, la sanità funziona e la qualità è buona, ci sia un quasi "terzo mondo" per accogliere la "guardia medica".
Chiedo: possibile che non esista, presso l’azienda ospedaliera stessa o presso la vicina struttura di via L.Da Vinci, un posticino più dignitoso, sia per l’utente, ma soprattutto per le persone che qui prestano la loro opera, dove alloggiare il presidio?
Credo che, qualunque ruolo si ricopra, si debba essere messi in condizioni di svolgere il proprio lavoro con dignità, e quel luogo non mi sembra molto consono, senza considerare il senso di smarrimento che prende chi è costretto a recarsi lì per bisogno, leggasi malattia. Inoltre credo che ne trarrebbe vantaggio anche la considerazione di tutti noi cittadini verso il settore pubblico così poco apprezzato di questi tempi.
Spero che questa mia denuncia non resti lettera morta e che venga presto trovata una soluzione al problema denunciato.
Manderò questa lettera per conoscenza anche alla sede INPS di Varese e di Gallarate.
Grazie per l’attenzione.
Cordiali saluti.

***
Risponde il direttore dell’Asl di Varese Giovanni Daverio: «È una descrizione interpretativa della realtà, ma sicuramente – pure non arrivando al livello con cui è descritta – la collocazione del servizio è una questione e un problema reale, di cui stiamo ragionando direttamente con l’ospedale. Si sta cercando di risolvere con l’Azienda Ospedaliera all’interno di una sistemazione più generale del servizio, che comprenda ad esempio anche un ragionamento sulla gestione dei codici bianchi provenienti dal Pronto Soccorso: in quest’ambito c’è anche l’idea di collocare la postazione in un punto che sia più confacente alle necessità concrete». Quali sono i tempi dell’intervento? «Non è facile indicare tempi certi. Nell’arco di una ventina di giorni arriveremo a definire con l’Azienda Ospedaliera il rapporto per il pronto soccorso sulla gestione dei codici bianchi, entro l’estate contiamo di avere un’indicazione e un quadro tale da poter indicare la nuova collocazione».


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Pubblicato il 14 Maggio 2012
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