Efficienza, la produzione non basta. Occorre gestione finanziaria

A Gallarate 70 imprese hanno partecipato all’incontro “Il rendiconto finanziario e la gestione dei flussi di cassa”. Quarto appuntamento del ciclo “Approfondimenti di finanza per l’impresa” organizzato dall’Unione Industriali

«Gestire la finanza d’impresa è oggi più che mai fondamentale. Il calo della domanda, la mancanza di liquidità a monte e a valle di interi comparti industriali e il credit crunch bancario impongono alle imprese la necessità di gestire con estrema attenzione la poca liquidità disponibile. Il che significa saper programmare e saper controllare costantemente i flussi di cassa prodotti dalla propria impresa e monitorare la struttura finanziaria al fine di evitare squilibri eccessivi». L’avvertimento alle imprese è arrivato da Jonathan Donadonibus, docente di Finanza d’Impresa dell’Università Carlo Cattaneo – Liuc.
È stato lui il relatore dell’incontro “Il rendiconto finanziario e la gestione dei flussi di cassa” che ha riunito nella sede di Gallarate dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese una settantina di rappresentanti di aziende del territorio.
Un numero di presenze che conferma l’interesse che sta suscitando tra le imprese dell’associazione confindustriale locale il ciclo di incontri Approfondimenti di finanza per l’impresa” in cui si inseriva l’appuntamento di quest’oggi. Quarta tappa di un percorso che ha l’obiettivo di formare e informare gli imprenditori ed i loro collaboratori sugli strumenti finanziari idonei per affrontare la gestione quotidiana delle imprese, in un momento congiunturalmente difficile e nel quale proprio il rapporto con il credito rappresenta uno dei maggiori motivi di preoccupazione. Come uscirne? Innanzitutto non sottovalutando il ruolo che ricopre una buona gestione della finanza aziendale. Il consiglio di Jonathan Donadonibus sembrerebbe scontato, ma la sua esperienza gli ha insegnato che «la funzione finanziaria non è sempre vissuta nelle imprese come un’attività continua, strutturata e sistemica. Spesso, anzi, viene vista come una serie di operazioni una tantum».

Niente di più sbagliato. L’attenzione per il core business, per il prodotto e i processi produttivi, avverte il professore della Liuc, non deve far dimenticare che «poiché l’attività finanziaria rappresenta un aspetto cruciale nei momenti di crisi, nei momenti di grande accelerazione e sviluppo, nonché nei momenti di grande cambiamento, è necessario prima di tutto considerare la funzione finanziaria come un fattore ordinario che può contribuire a migliorare l’efficienza aziendale».
Attenzione dunque: «La finanza non può essere gestita con un’ottica statica al pari di un ricavo o di un costo, ma deve essere gestita con un approccio dinamico day by day». Ma su quali elementi si basa una corretta finanza aziendale? «La premessa per un corretto processo di gestione delle risorse finanziarie è la presenza, nell’ambito del contesto aziendale, di una completa e formalizzata attività di pianificazione, con l’obiettivo di mantenere sia nel breve che nel medio-lungo periodo l’equilibrio a livello finanziario, ed anche al fine di coordinare ed integrare le tre aree decisionali in cui si sviluppa la finanza aziendale».
Che sono: il rendiconto finanziario per i flussi di cassa e il prospetto fonti impieghi; il capitale circolante; il budget di tesoreria. L’attività finanziaria realizzata a consuntivo, in sostanza, non ha nessuna utilità nel cercare di capire i perché di uno squilibrio finanziario. Importante è soprattutto, secondo Donadonibus, prestare attenzione ai differenti flussi finanziari che vengono a crearsi all’interno dell’impresa. Da una parte i flussi della gestione corrente (“legati all’attività tipica dell’azienda”). Dall’altra i flussi estranei a tale gestione (“relativi a quei movimenti straordinari rappresentanti ad esempio da operazioni di investimento, di accensione mutui, di acquisizioni d’impresa, slegati dal core business”). A parità di risultato, infatti, un’impresa che si basi più sui flussi di gestione è completamente diversa da quella che abbia puntato sulle operazioni straordinarie. «La prima – ha precisato il docente della Liuc- è un’azienda che valorizza il proprio ciclo di produzione e che riesce a tenere sotto controllo il proprio capitale circolante, la seconda ha di fatto tamponato la mancanza di liquidità attraverso il ricorso alle banche».
Facile intuire dove un’impresa manifatturiera debba collocarsi se vuole essere efficiente e competitiva negli anni.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Giugno 2012
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