In fuga dal terremoto, Samantha partorirà al Del Ponte

La storia della ragazza, scappata da Carpi e dalla distruzione per dare alla luce la sua prima figlia: "Il nostro ospedale non è più agibile e la terra continua a tremare"

NeonatoBeatrice porterà per sempre il ricordo di questi giorni di paura per la sua terra Emiliana. Lei, ancora, non sa nulla, beatamente accoccolata nel ventre di sua madre Samantha, scappata da Carpi, dopo le due violente scosse, per poter vivere con un po’ di pace questa sua prima esperienza di maternità: «È una situazione surreale – dice Samantha, con un tipico accento emiliano – mai mi sarei aspettata di partorire a Varese la mia bimba. Sono alla fine della gravidanza, il termine scade l’otto giugno, e avevo già visitato il reparto di ginecologia dell’ospedale di Carpi, preso accordi con i ginecologi e le ostetriche. Stavo valutando il parto in acqua… E poi, quella terribile scossa delle 9 di martedì scorso ha scombussolato tutti i miei progetti. L’ospedale di Carpi non è più agibile e, comunque, il continuo tremare della terra non mi permette di affrontare serenamente i primi giorni di vita di mia figlia.»

Oggi, Samantha è ospite nella casa di Cantello di alcuni parenti del suo compagno: «Il primo sisma, quello delle 4 di notte di domenica, non ha provocato grossi danni a Carpi. Qualche danneggiamento, questo sì, ma nulla di preoccupante. La seconda scossa, invece, ha messo in ginocchio la città. Anche l’ospedale, che aveva accolto i pazienti trasferiti dal presidio di Mirandola, ne ha risentito e ora è inagibile. Io, quella mattina, mi trovavo a casa da sola perchè ormai la grande paura era passata ed eravamo tornati alla nostra quotidianità. Ero ancora a letto quando è cominciato a cadere di tutto. Mi sono alzata e sono scappata fuori. Io e il mio compagno abbiamo capito che non si poteva rimanere. Così, lui si è rivolto a questi suoi parenti che ci hanno dato subito ospitalità. Anche mia madre è venuta via: la sua casa non è agibile e avrebbe dovuto dormire nella tendopoli. Lei mi serve accanto: è il mio primo bambino e già tutti i miei sogni e i miei progetti sono stati spazzati via. Penso però alla gente del mio quartiere perché almeno la mia casa ha avuto solo pochi danni, ma tutta la zona è spaccata in due. Dall’altra parte sembra ci sia stata la guerra. Il terremoto ha distrutto metà quartiere».

Samantha questa mattina, domenica 3 giugno, si è presentata all’ospedale Del Ponte con la sua storia: «All’inizio non avevano ben inteso la situazione. Carpi, in effetti, non è stata al centro dell’attenzione. Quando ho spiegato la mia storia mi hanno accolto con calore. Certo, mi spiace molto non far nascere mia figlia nella mia terra, ma ho bisogno di tranquillità, la terra continua a muoversi e non si può vivere nell’angoscia costante. La mattina del terremoto, molte donne hanno partorito nel prato davanti all’ospedale. Una situazione davvero difficile».

Samantha ora attende l’evento, ma anche l’arrivo del suo compagno: « Andrea lavora in una tipografia ed è dovuto tornare a Carpi perché riprende l’attività: oggi chi ha un’occupazione se la tiene ben stretta, visto che molte aziende sono danneggiate e sono chiuse. Deve parlare con il suo titolare. Questa notte dormirà nella tendopoli. Spero che mi possa raggiungere al più presto. Per me è un momento di gioia per la piccola, ma anche difficile pensando al futuro perché proprio un mese fa l’azienda commerciale per cui lavoravo si è trasferita a Bergamo e così, finita la maternità, dovrò cercarmi un altro lavoro».
Ma adesso l’attenzione è tutta per il parto.
 «Ho già scelto il nome di mia figlia: si chiamerà Beatrice, colei che porta beatitudine. Speriamo sia ben augurante…».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Giugno 2012
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