Quando gli austriaci, fuggendo, lasciarono gli strumenti alla banda

Molte bande musicali sono nate negli anni del Risorgimento: a Somma la banda ha festeggiato il 150° nel 2011, i primi tricorni e trombe furono "dimenticati" dalla Fanfara della cavalleria austriaca di base a Malpensa

È una storia che inizia con una sconfitta e una fuga precipitosa che lascia abbandonati gli strumenti musicali, pronti a far nascere una nuova banda, una banda italiana: era il 1859 e la fuga era quella dei militari austriaci che erano di base in una grande cascina-caserma di Somma Lombardo, tale Cascina Malpensa. Tanto improvvisa fu la sconfitta imperiale che lasciò sul campo di Somma… gli strumenti musicali della locale Fanfara.
Per il Corpo Musicale "La Cittadina" di Somma Lombardo – questo il nome completo della banda di Somma – la fuga precipitosa degli austriaci è il mito fondativo, come lo sbarco delle camicie rosse per l’Italia Unita, come il solco tracciato da Romolo nel terreno per iniziar la storia di Roma. Così evoca la vicenda uno storico locale: "I reggimenti avevano la loro fanfara musicale che teneva i concerti in Piazza maggiore e partecipava alle solenni processioni religiose. Ai sommesi piacque questa musica sulla piazza e per le vie del paese, ed alcuni giovani impararono a suonare con strumenti forniti dallo stesso Comando militare austriaco sotto la guida del maestro organista di Sant’Agnese: un certo Gio Batta Casale stipendiato dal comune. Dopo la precipitosa fuga dell’esercito austriaco, avvenuta nell’anno 1859, gli strumenti musicali rimasero in possesso dei sommesi che costituirono il primo nucleo della Fanfara cittadina tutta…italiana!". Come dice – con immagine poco delicata – il Canto degli Italiani di Goffredo Mameli: "L’Aquila d’Austria le penne ha perdute" e insieme a quelle, a Somma, anche gli strumenti musicali.

Da allora il Corpo Musicale di Somma ne ha fatta di strada. «Abbiamo festeggiato lo scorso anno il 150°» ci spiega Simona  Callegari, che è un po’ la responsabile comunicazione della banda. Non sfugge che l’anniversario – 1861-2011 – coincide esattamente con quello dell’Unità d’Italia, uno dei pochi casi in provincia: «Lo scorso anno abbiamo anche invitato altre sei bande per celebrare la ricorrenza». Certo, di lì in avanti la banda ha tenuto il passo con i tempi e ovviamente il Corpo Musicale vive oggi di tante attività, dei servizi per la città, degli eventi, di iniziative aggregative per chi ne fa parte: «Ogni anno abbiamo tre concerti fissi: uno a luglio nel cortile del Castello, uno a settembre nel cortile del Palazzo Comunale, e uno l’8 dicembre in chiesa parrocchiale, come apertura della stagione natalizia. Poi ci sono le altre occasioni, quest’anno siamo andati a maggio a Mezzana in occasione di un gemellaggio. Diciamo che facciamo una ventina di servizi l’anno almeno». Molto è legato alla dimensione cittadina (nella foto: concerto per l’Avis, 1959) e agli eventi pubblici, ma ci sono anche eventi più privati come i matrimoni: «Suoniamo vere e proprie colonne sonore o a volte solo all’uscita degli sposi dalla celebrazione, davanti alla gente» dice ancora Simona Callegari. «Ci è capitato di suonare anche ai nostri matrimoni, di persone che suonano in banda. A volte anche marito e moglie insieme». La banda ha 45 elementi, una decina di allievi pronti a entrare: «Ci sono i giovani e c’è anche il signore di 82 anni, che suona in banda da 60 anni».

Storie comuni a tante bande, come abbiamo già in parte raccontato parlando delle bande come scuole popolari di musica. Certo, poi ogni formazione ha le sue particolarità. A Somma – oltre alle tante attività aggregative – c’è anche un’attenzione all’aspetto storico: sulla pagina Facebook c’è una raccolta molto ampia di foto e documenti: ci sono le immagini nelle strade del centro della cittadina, come ci sono i volti di tanti personaggi che hanno dato lustro alla banda del "borgo diventato città" (foto a destra: 1972), persino le fatture sugli acquisti di strumenti musicali a inizio Novecento.
E tra i documenti ottocenteschi ne spunta un altro curioso dal punto di vista "risorgimentale": i rappresentanti del Corpo Musicale scrivono al parroco di Somma che «avendo fatto una passeggiata attraverso il paese nella giornata del 20 settembre 1895, non hanno minimamente inteso far sfregio alle istituzioni religiose». La lettera è datata maggio 1896 e probabilmente "chiuse" un piccolo incidente diplomatico dei tempi, magari assolutamente involontario: il 20 settembre era l’anniversario della presa di Roma, ricorrenza laica celebrata in pompa magna dallo Stato liberale ai ferri corti con il Papa. Un episodio di provincia che oggi fa sorridere e che ci ricorda la lunga storia d’Italia. Fatta anche sulle note della banda dei paesi.

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Pubblicato il 27 Giugno 2012
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