Coltellate al genitore che vietò internet, condannato

Un 24enne di Gallarate dovrà scontare una pena di 1 anno e 6 mesi per aver colpito il padre con 12 coltellate, colpevole di avergli staccato il modem lasciandolo senza connessione

Si era nascosto in bagno in attesa dell’arrivo del padre per poi sferrargli alcune coltellate, fortunatamente non provocando lesioni gravi. Il fatto avvenne lo scorso 13 febbraio in un appartamento di Crenna a Gallarate e il ragazzo, S.F. di 24 anni, è stato condannato ieri dal giudice per l’udienza preliminare Luca Labianca ad 1 anno e 6 mesi di reclusione.
Il pubblico ministero Mirko Monti ne aveva chiesti 2 e 6 non concedendo le attenuanti generiche ma il giudice ha deciso diversamente. 

Il ragazzo, quel giorno, aveva deciso di vendicarsi nei confronti del genitore che aveva staccato il modem della connessione internet non permettendo più al ragazzo di navigare. Il giovane, accusato dal padre di passare troppe ore davanti al pc e di non voler lavorare, non ha perdonato questa decisione al padre e, dopo essersi nascosto in bagno, ha atteso il suo ritorno dal lavoro con due coltelli da cucina in mano colpendolo dodici volte, fortunatamente senza affondare i colpi. A fermarlo ci pensarono gli agenti del commissariato di Gallarate, intervenuti su richiesta di un vicino di casa.

L’avvocato del ragazzo Luca Ciacci intende precisare che, però, il movente del modem staccato è la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso in un rapporto altamente conflittuale con il padre: «In realtà il movente è da ricercare nel rapporto estremamente conflittuale esistente tra padre e figlio, sfociato spesso in passato in liti violente. L’episodio del modem ha fatto emergere in tutta la sua gravità dissidi famigliari che si trascinavano ormai da anni, oltre che l’estrema fragilità psicologica del mio assitito, che ha agito per paura di ritorsioni da parte del padre, quindi con l’intento di difendersi da questo e non con la volontà di aggredirlo. In attesa di leggere le motivazioni della sentenza, ritengo che queste argomentazioni e la ferma intenzione del ragazzo di sottoporsi ad un percorso psico-terapeutico per superare gli attriti con il padre, abbiano determinato il Giudice a concedere le attenuanti generiche equivalenti alle contestate aggravanti».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Luglio 2012
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