Formigoni indagato, le reazioni

La procura di Milano ha notificato un avviso di garanzia al presidente lombardo. I commenti del mondo politico

Dopo settimane di indiscrezioni, la procura di Milano ha notificato mercoledì 25 luglio un avviso di garanzia per Roberto Formigoni. Il presidente della Regione Lombardia ed esponente del PDL è indagato per il reato di corruzione, con l’aggravante dei reati transnazionali.
Subito si sono susseguiti i primi commenti – ufficiali e dalle pagine di Facebook e Twitter – del mondo politico.
Per Chiara Cremonesi, capogruppo di Sel in Regione, «l’avviso di garanzia mostra con l’evidenza dei fatti che in questi mesi non era lui a essere diffamato ma semmai che lui è un corrotto. Spetterà alla magistratura appurare le responsabilità penali, ma sono ormai chiare a tutti, compresa la sua stessa maggioranza che in questi giorni chiede un ritorno a una sanità maggiormente pubblica, le responsabilità politiche del Presidente di Regione Lombardia. È quindi sempre più chiara la necessità di sue dimissioni».

A lei risponde subito il capogruppo del PDL al Pirellone, 

Paolo Valentini. ««È vero che sugli organi distampa, come c’era da aspettarsi, ha avuto poca eco la notizia del rinvio a giudizio del presidente Vendola (incidentalmente anche capo di Sel), ma ci chiediamo se la collega Cremonesi legga i giornali la mattina prima di chiedere la dimissioni del presidente Formigoni». 

Tempo di dimissioni ancehe secondo IDV. «Siamo arrivati ai titoli di coda – dichiarano i consiglieri regionali dell’Italia dei Valori Stefano Zamponi, Gabriele Sola e Francesco Patitucci -. L’accusa di corruzione, con l’aggravante della transnazionalità, certifica una volta di più l’inadeguatezza di Formigoni a governare ancora la Lombardia e guidarla verso l’Esposizione internazionale del 2015. Invece di restare aggrappato alla sedia con le unghie, Formigoni liberi la regione che tiene in ostaggio dimettendosi subito. Bisogna restituire la parola ai cittadini per tornare al voto il prima possibile, già nel novembre prossimo. A questo punto il ritorno immediato alle urne è fondamentale per evitare che l’ingombrante presenza del Governatore getti altro discredito sulla nostra regione. La Lombardia non merita di essere guidata da una persona su cui pesano accuse tanto gravi».  

«Ora che Godot è arrivato, manifestandosi nell’avviso di garanzia da mesi negato e scongiurato, la commedia è finita – commentano  i Consiglieri regionali dell’UDC Gianmarco Quadrini, Enrico Marcora e Valerio Bettoni – : il Presidente Formigoni deve severamente valutare di dimettersi per anteporre l’interesse dell’istituzione e dei cittadini alla egoistica evocazione di complotti giornalistici e giudiziari. Siamo sempre stati garantisti e non a corrente alternata a seconda delle latitudini e delle convenienze politiche. Tuttavia il lungo protrarsi di questa situazione di reticenza nel fare chiarezza rischia di minare ulteriormente l’affidabilità della politica, la credibilità di Regione Lombardia e la sua governabilità. Ma they do not move».

«Tale situazione, per i pesanti fatti che vengono contestati, non è in alcun modo paragonabile a vicende di altre regioni – è il commento di Maurizio Martina e Luca Gaffuri, rispettivamente segretario regionale e capogruppo in Regione del Pd lombardo -. Ribadiamo ciò che abbiamo sempre detto: non spetta a noi dare giudizi sul merito delle contestazioni penali. Siamo certi che gli organi giudiziari continueranno a compiere il loro lavoro con assoluta professionalità e serietà. Il nostro compito è sempre stato, ed è tanto più oggi, quello di difendere l’istituzione regionale, la sua credibilità, autorevolezza e operatività, insistendo perché si scindano immediatamente le vicende delle persone coinvolte dalle responsabilità istituzionali di massimo livello che oggi ricoprono. Il punto è la responsabilità politica».

«Per la gravità delle accuse e per la delicatezza del momento, continuare a tenere ostinatamente sovrapposte le questioni danneggia in modo irreparabile proprio l’ente regionale. Serve un’assunzione di responsabilità che fino a qui non c’è stata: il voto anticipato continua ad essere l’unica strada percorribile per rinnovare una situazione sempre più ingestibile. Vedremo ora se la Lega lancerà l’ennesimo penultimatum a Formigoni o passerà finalmente dalle parole ai fatti»,
ha aggiunto Alessandro Alfieri, vice-segretario regionale del Pd lombardo.

«Ricordo che il presidente Formigoni ha ricevuto più volte avvisi di garanzia dalla magistratura inquirente che poi, in sede giudicante, si sono rivelati privi di alcun fondamento in quanto é sempre stato assolto con formula piena. Sarà così anche questa volta». é il commento dell’assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Regione Lombardia Raffaele Cattaneo in merito alla notifica dell’informazione di garanzia che quest’oggi ha raggiunto il governatore Roberto Formigoni. «Chi ha a cuore la giustizia e il futuro della Lombardia dovrebbe auspicare che si pronunci rapidamente un tribunale, non invocare elezioni sulla base di una ipotesi inquisitoria. Formigoni dunque non si dimetta, ma prosegua il suo lavoro fino alla fine naturale della legislatura. Se avesse ascoltato chi oggi invoca le sue dimissioni al primo avviso di garanzia la Lombardia avrebbe perso 15 anni di buon governo con grave danno per tutti i cittadini. E li avrebbe persi senza alcun motivo perché Formigoni é poi sempre risultato innocente e irreprensibile per bocca degli stessi magistrati».



 

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Pubblicato il 25 Luglio 2012
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