Ristrutturare e ripartire: imprese a lezione di strategie per il rilancio

Sale l’indebitamento delle aziende italiane molto più esposte nei confronti delle banche, rispetto ai propri concorrenti europei. Quinto incontro del ciclo “Approfondimenti di finanza per l’Impresa” organizzato dall’Unione Industriali

Quali sono gli strumenti di rilancio a disposizione di un’azienda in crisi? Come ristrutturare il debito? Come ripartire di fronte a problemi di bilancio e a un elevato indebitamento? In tempi di crisi sono queste le domande che molte imprese si pongono. Per cercare di aiutarle a trovare le giuste risposte si è tenuto, questo pomeriggio, nella sede di Saronno dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese l’incontro "La congiuntura economica ed il rilancio dell’impresa: analisi delle azioni per la ripresa". Un incontro (il quinto) che si inserisce nel ciclo "Approfondimenti di Finanza per l’Impresa” che sta accompagnando le aziende del territorio in un percorso che ha l’obiettivo di formare e informare gli imprenditori ed i loro collaboratori sugli strumenti finanziari idonei per affrontare la gestione quotidiana delle imprese. Una cinquantina gli imprenditori in sala, per un totale di oltre 300 presenze coinvolte fino ad oggi durante tutti gli appuntamenti.

Lo stile degli incontri e i temi trattati sembrano dunque piacere alla platea degli imprenditori. È soprattutto il taglio pratico a cui si attengono i relatori a caratterizzare gli incontri. Quello di questo pomeriggio ha visto intervenire Federico Bonanni, partner Kpmg, e Sabrina Pugliese, avvocato e partner KStudio associato di Kpmg. A loro è toccato il compito di presentare gli strumenti e le strategie maggiormente seguiti dalle imprese per il superamento della crisi, ed in particolare del ricorso ad una più accurata gestione della cassa, con focus sulle tematiche relative alla razionalizzazione dell’indebitamento finanziario. Partendo da un’analisi del contesto economico generale che vede l’Italia costretta a fare i conti con previsioni non troppo ottimistiche sull’andamento del proprio Prodotto Interno Lordo. Il Pil nel 2012 è ammontato a 1.405 miliardi di euro. Nel 2013 ci si attende una conferma di tale livello. Dunque, crescita zero. Per la ripresa bisognerà aspettare il 2014 e il 2015, per arrivare, forse, al 2016 con un Pil a 1.452 miliardi, ben lontani dai 1.492 del 2007. Con quali riflessi sui conti delle aziende?
«Il rapporto dell’indebitamento delle principali società italiane – hanno spiegato gli esperti di Kpmg – è salito nel corso degli ultimi anni. Solo nel 2010 si è verificato un lieve calo. Rimane, però, il fatto che nel 2005 il rapporto di indebitamento era del 148,7% mentre l’ultimo aggiornamento di questo indicatore è di 171,3%». Le imprese italiane sono particolarmente esposte nei confronti delle banche. Una dipendenza del 92% rispetto al totale dei debiti delle aziende. Una percentuale superata solo dalla Spagna (98%), ma superiore a quella di altri Paesi come la Francia (70%), la Germania (91%), il Regno Unito (70%). Per non parlare degli Stati Uniti fermi al 70%.

Una particolarità, quella italiana, che influenza anche le strategie di uscita dalla crisi. Come trovare le risorse finanziarie per far fronte ai propri fabbisogni in questa situazione? Dalla Global Survery di Kpmg è emerso che il 75% degli amministratori delegati italiani adotta azioni di massimizzazione della liquidità. Il 27% punta sulla ristrutturazione del debito, il 26% sulla vendita di asset non strategici, il 20% riduce o elimina i dividendi, il 20% riduce gli investimenti, il 18% aumenta il capitale, il 18% punta a migliorare le relazioni con gli investitori, il 3% aumenta il debito.

In particolare, sul fronte della ristrutturazione del debito, il consiglio degli esperti di Kpmg alle imprese varesine è quello di «affiancare la presentazione dei dati di bilancio con la predisposizione di un piano pluriennale che evidenzi i fabbisogni di breve e medio/lungo periodo; affiancare a piano industriale con un piano finanziario che identifichi le eventuali richieste al ceto bancario necessarie per mettere in sicurezza l’azienda; anticipare le richieste delle banche facendo validare il piano da un terzo indipendente». Proprio su quest’ultimo punto i relatori di Kpmg hanno evidenziato che «nel corso degli ultimi anni, si sono verificati in Italia sempre più casi di ristrutturazioni intermediate da advisor specializzati, con l’utilizzo di soluzioni ispirate a mercati più avanzati come quelli anglosassoni, adattate al contesto italiano».

Si innova anche nelle strategie di bilancio. Anche perché il mercato è completamente cambiato «sta aumentando dalla complessità». Dallo scenario di pochi anni fa caratterizzato da una bassa propensione delle imprese ad accettare sacrifici sulla propria esposizione, dalla preferenza a effettuare riscadenziamenti del debito, dalla discreta disponibilità di capitale, si è passati a una maggiore necessità delle aziende di ribilanciare la struttura del capitale, a una liquidità limitata e molto costosa, ad una maggiore necessità di coordinare processi complessi e con numerosi controparti coinvolte.

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Pubblicato il 10 Luglio 2012
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