Seprio Servizi, grande pubblico e scontro in aula

Oltre duecento persone in aula per il confronto tra amministrazione comunale e società di servizi. Il direttore: "Non potevate pensare che ci comportassimo in modo diverso"

Grande affluenza all’incontro in sala consiliare dedicato alla situazione della Seprio Servizi e all’ingiunzione di pagamento da 13 milioni di euro inviati al Comune: oltre 200 persone si sono presentate per assistere al confronto tra la società comunale e l’amministrazione. Un confronto che non ha risparmiato frecciate reciproche.

La sindaco Laura Cavallotti ha ripercorso nel dettaglio la situazione che ha portato alle «due ingiunzioni fatte dall’amministratore unico della società, 12 milioni di euro di fatture emesse ad aprile». Si parla nello specifico in particolare delle fatture 20 e 21, rispettivamente di 933mila e 1 milione e 871mila euro. Cifre che il Comune – a ridosso delle elezioni che hanno visto il cambio della guardia tra centrodestra e centrosinistra – non ha potuto contestare («ci eravamo appena insediati»), a differenza di altre fatture in passato. Per conto di Seprio Servizi è intervenuto solo il direttore Stefano Moroni.

«Come rappresentante del socio unico della società (il Comune, ndr), in assemblea 26 giugno ho confermato amministratore unico per ragioni di continuità di gestione, anche per predisporre il passaggio dei servizi che rientrano in Comune (per nuove disposizioni di legge, ndr). A fronte di questo, oggi arrivano le ingiunzioni di pagamento». Prima l’ufficiale giudiziario per chiedere le chiavi della Biblioteca e di Villa Truffini, poi un’ulteriore raccomandata. «In questo momento – ribadisce la sindaco – dobbiamo verificare le fatture e le cifre contestate. Il Comune in ogni caso non è materialmente nelle condizioni di pagare quelle cifre».

«Non sempre si è saputo ascoltare» ha accusato duro il direttore di Seprio Stefano Moroni, nel suo intervento. «Non potevate pretendere che ci presentassimo con il cuscino in mano per spostare la polvere da sparo», ha detto, rivendicando atti considerati obbligatori per la tutela della società dopo l’ispezione alla Seprio Servizi voluta dalla nuova amministrazione. «La collaborazione non mancherà mai» – ha garantito il direttore, figura tecnica – nonostante «abbiamo resistito impassibili ad una campagna denigratoria». Una frecciata diretta all’amministrazione comunale.

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Resta la questione di come farà la Seprio ad andare avanti: le strutture acquistate da Comune non creano introiti (solo poche migliaia di euro al mese) mentre alle spalle c’è il mutuo da 5,4 milioni (soluzione con «evidenti vantaggi per tutti», si disse un anno fa). Il Comune nel frattempo si è fatto «garante nei confronti della banca, per un pagamento immediato per l’importo contratto di 5,4 milioni, nel caso la società non riesca a far fronte», ha spiegato il sindaco. Di certo, però, il Comune non può farsi carico direttamente del mutuo acquistando le strutture, dal momento che in passato si è sforato il patto di stabilità. L’altra via? Le alienazioni delle strutture, soluzione che l’amministrazione comunale tende ad escludere. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 25 Luglio 2012
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