In Kenya a coltivare pomodori, cipolle e peperoni. L’avventura in un blog

Otto ragazzi, fra italiani e africani, ci racconteranno nella blogosfera di Varesenews il loro progetto in Africa

L’Italia non ha offerto le possibilità che avrebbero sperato e loro se ne vanno. Destinazione: Africa. Lavoro: volontariato. Obiettivo: aiutare e rendere autonome le popolazioni del Kenya. Simone Vallese (secondo da destra), il più grande del gruppo, Alessandro Gotti (primo da sinistra), studente, Gabriele Caccia (primo da destra), ex giovane imprenditore, e Tonino D’Ambrosca, ex dipendente nel settore nucleare, la loro decisione l’hanno presa. Domenica Simone, Tonino e Gabriele sono partiti per il Kenya per realizzare un progetto agricolo nel villaggio Loyangalani.
E ci racconteranno la loro avventura e la loro vita laggiù dal blog Africa Ni Nyumbani che verrà ospitato nella blogsfera di Varesenews. Il gruppo al completo sarà composta anche da Cristine Narumbe, Letizia Paredi, Dominic Lochuch e Jafar Ali Mbwarahaji. (Qui la presentazione degli otto componenti del gruppo)
«In Africa non ci sono gli ostacoli che abbiamo trovato qui in Italia per realizzare quello che sognavamo- spiegano -. L’obiettivo in tutti i nostri progetti è quello di non rendere le popolazioni dipendenti da noi e dai nostri aiuti, ma al contrario di aiutarli a diventare autonomi e portarli vero

l’autogestione».
In Kenya hanno già collaborato alla realizzazione di diverse opere come la restaurazione di una missione, la costruzione di un asilo, di due pozzi, di un dissalatore e di un acquedotto. Ora la sfida è quella di costruire nel villaggio di Loyangalani un idroponica, ovvero un tipo di coltura con l’acqua. Con la collaborazione di Padre Andrew che segue la missione della Consolata, realizzeranno un laboratorio agricolo per la coltivazione in serra di pomodori, verze, cipolle e peperoni. «E’ una tecnica collaudata. Speriamo di avere i primi risultati entro dicembre e di poter poi esportare l’idea in altri villaggi». Gli obiettivi dei ragazzi sono duplici: da un lato dare lavoro agli abitanti del villaggio che verrebbero resi autonomi una volta avviata l’attività; dall’altro insegnare nelle scuole le tecniche dell’idroponica.
Il progetto costerà circa 4.200 euro: i ragazzi sono riusciti a raccogliere la cifra grazie al passaparola e alle donazioni (un ringraziamento particolare lo dedicano alla Parrocchia del Cuoricino di Cardano al Campo). Nel futuro pensano già ad altre cose, come un centro polisportivo e un progetto legato al commercio equosolidale. Ovviamente tutto questo richiede risorse e i ragazzi sperano che anche il blog possa aiutarli a far conoscere il loro lavoro e spingere la gente a sostenerli.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Settembre 2012
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