Valore delle farmacie, l’opposizione attacca

L'amministrazione intende vendere le due farmacie comunali: le forze di minoranza mettono sotto la lente d'ingrandimento il valore dichiarato in perizia. "È una svendita"

L’amministrazione comunale vuole vendere le due farmacie comunali per far quadrare il patto di stabilità. Ma secondo le opposizione il valore fissato come base d’asta è troppo basso: «È una svendita» ha concluso il capogruppo del Pd Vittorio Solanti, dopo che le opposizioni insieme avevano fatto un’analisi sul bando pubblicato. Al centro, la questione del coefficiente per la vendita: la perizia per la vendita stabilisce il valore applicando un coefficente al valore della produzione delle singole farmacie. Secondo l’opposizione il coefficiente messo in perizia è bassissimo: 0.75. «Non abbiamo trovato un solo caso così basso in altri Comuni che hanno venduto le loro farmacie» ha detto Paolo Bossi, consigliere della lista civica Città Viva. I coefficenti più bassi si fermano intorno a quota 1, «a Legnano erano partiti da 2, sono scesi con il valore, ma dopo otto mesi e quattro bandi». Qui invece si è al primo tentativo di vendere: per Verghera il valore della produzione è 1.639.327 euro, il coefficiente moltiplicatore è 0,75 e fissa quindi il valore d’avviamento della cessione a 1.229.495 euro. Per San Macario invece si parla di 1.499.574 euro di valore della produzione, che con coefficiente 0,75 significa un valore di vendita di 1.087.181 euro. La lettura dell’opposizione è stata contrastata dalla maggioranza, che ha invece difeso la vendita fatta con questi coefficenti: «Ci accusano di svendere un patrimonio – dice Massimo Cappellano, capogruppo PdL -, dalla lettura della perizia viene però evidenziato la discontinuità che in questi anni c’è stato nel settore che fino a pochi anni fa era contingentato. C’è stato in questi anni un processo di liberalizzazione che sta aumentando la concorrenza». Insomma, secondo la maggioranza il valore dei singoli punti vendita starebbe diminuendo e abbassare il valore è l’uncio modo per riuscire a vendere (tenuto conto che si deve vendere entro fine anno». Anche dalle file del PdL non sono comunque mancati dubbi, ad esprimerli è stato Luca Macchi: «Mi sarebbe piaciuto avere un altro elenco», che dimostrasse che effettivamente le vendite si stanno facendo con valori più bassi rispetto al passato. «Se così non fosse, sarebbe imbarazzante» ha concluso Macchi, annunciando comunque il suo sostegno all’operazione dell’amministrazione, visto che il bando è già stato pubblicato, con relativa perizia.

L’opposizione compatta (compreso Fli) aveva infatti chiesto di stoppare l’operazione o di valutare alternativamente la vendita di una sola farmacia. Richieste respinte, l’opposizione valuterà come andare a fondo per capire se è tutto regolare: «Assistiamo ad una difesa d’ufficio del provvedimento» ha concluso Pietro Bosello, capogruppo della civica.«A tutela degli interessi dei samaratesi andremo ad approfondire e a capire se il procedimento è stato regolarmente eseguito». Il che potrebbe voler dire una segnalazione alla Corte dei Conti o, persino, un ricorso al Tar per bloccare subito il tutto.
In aula, in ogni caso, c’era un aria pesante. Per un Comune vendere una proprietà è un atto serio, una proprietà di valore sociale come le farmacie ancora di più. «È triste assistere alla vendita del patrimonio pubblico. Lo dico sapendo anche che si tratta di un processo che non riguarda solo Samarate» ha concluso Eliseo Sanfelice per l’Italia dei Valori. In sala consiliare c’erano anche i lavoratori del settore, una decina in tutto (due direttori, sette farmacisti, un amministrativo) che fino ad oggi hanno fatto girare le due farmacie di Verghera e San Macario, che ancora danno utili.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Ottobre 2012
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