Dopo il Manzoni si fermano anche Keynes, Casula e Daverio

Si allarga la protesta studentesca nelle scuole varesine. Sciopero bianco all'Isis di Gazzada mentre Casula e Daverio decidono le forme di protesta

Si allarga la protesta degli studenti varesini. Mentre al Manzoni prosegue lo sciopero bianco, anche i ragazzi del Keynes di Gazzada e quelli di Casula e Daverio di Varese hanno deciso di rimanere nei corridoi e di non fare lezione: «Sappiamo che è una forma non del tutto legale – spiegano  Lorenzo e Andrea, rappresentanti degli studenti del Keynes – ma dobbiamo far sentire la nostra voce per tutelare il futuro di noi giovani e dell’Italia».

Una mattinata, quella al Keynes, trascorsa a discutere di riforma, spending review, ddl Aprea e di ingresso di capitali privati nella scuola pubblica: « Non siamo contrari in assoluto all’arrivo di fondi di enti privati. La nostra scuola ha già ricevuto aiuti considerevoli per dotarsi di apparecchiature e sistemi al”avanguardia. Temiamo, però, che il sistema di investimento degeneri arrivando a un capovolgimento dei rapporti. La scuola deve mantenere la sua autonomia e la sua attenzione verso il mondo del lavoro, senza rimanere ostaggio di uno piuttosto che di un altro ente benefico».

I ragazzi si dicono preoccupati del futuro: «Questi tagli non fanno che peggiorare la qualità della nostra educazione. Non ci devono penalizzare: domani dovremo competere con ragazzi stranieri più e meglio preparati di noi. Il rischio è altissimo. Anche come sistema Italia il pericolo è che si perda la capacità, l’esperienza e la qualità che da sempre contraddistinguono l’attività imprenditoriale». Idee chiare e preoccupazioni concrete : « Non vogliamo, però, che queste proteste vengano vissute come un’occasione per saltare le lezioni. È in gioco il nostro destino per cui decidiamo in assemblea come e se proseguire nella protesta. Se ci renderemo conto che i nostri compagni non condividono queste nostre preoccupazioni, domani si tornerà in classe regolarmente».

Anche negli istituti varesini Casula e Daverio, i ragazzi sono in fermento. Nell’assemblea tenuta questa mattina è stato deciso lo sciopero bianco. A scuola ma seduti nei corridoi senza far lezione. 

Fuori dalle aule, dicevamo, i ragazzi del liceo linguistico Manzoni che hanno aggirato il pericolo sicurezza con un comitato d’ordine affidato ai maggiorenni: «  Desideriamo specificare che ci dissociamo e non approviamo tutte le proteste violente avvenute il giorno 14 nelle altre città italiane. Prediligiamo pertanto una manifestazione pacifica al fine di mostrare il nostro dissenso nei riguardi delle proposte governative sui tagli ai fondi scolastici che peggiorano la qualità e sminuiscono il valore dell’istruzione. Il nostro “sciopero bianco” perdurerà per le intere mattinate dei giorni 15, 16 e 17 Novembre e si svolgerà in piena sicurezza grazie alla costante e volontaria sorveglianza garantita da alunni maggiorenni. I nostri disagi sono reali e paralleli a quelli dei nostri docenti. La nostra scuola non è del tutto a norma,  alcuni alunni sono costretti a fare lezione in spazi ridotti, talvolta anche senza pavimentazione e senza lavagna. A questi problemi si sono aggiunte le proteste dei professori, i quali hanno deciso di non attuare più tutti quei servizi che svolgevano non sufficientemente retribuiti, come visite di istruzione e gli sportelli help».  

I due istituti che fanno capo alla direzione del Manzoni, però, vivono queste ore in modo diverso: «Mentre i ragazzi del linguitstico hanno chiesto e ottenuto di fare due giorni di assemblea tornando nella piena legalità – spiega il dirigente Giovanni Ballarini – nella sede di via Morselli il movimento prosegue. Ci sono due quinte che si sono dissociate e hanno chiesto di fare assemblea. Io, da dirigente, devo tutelare la sicurezza e l’incolumità dei ragazzi per cui non posso tollerare iniziative al di fuori della legalità».

Gli studenti del Manonzi dicono di essere in «disaccordo con la decisione presa oggi dal preside, il quale ha annunciato che nei prossimi due giorni gli alunni che aderiranno alla protesta saranno assenti giustificati. Questo però vuol dire che le ore di "assenza" saranno conteggiate a fine anno e influiranno sul voto in condotta. Noi studenti ci sentiamo presi in giro poichè la situazione attuale non riguarda solo noi ma tutta la scuola compresi preside e professori». Una misura che il professor Ballarini spiega con la necessità di riportare la sicurezza nell’edificio: « Ieri c’è stata una riunione straordinaria del Consiglio di Istituto e si è deciso di non accettare forme di proteste che non rientrino nella legalità e di cercare un dialogo con i ragazzi. Ci sono alternative allo sciopero bianco». 

Settimana prossima sarà la volta degli istituti bustocchi: il 19 e il 20 si attuerà lo sciopero bianco mentre il 21 novembre è in programma il corte.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Novembre 2012
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