Giovanni Falcone: il giudice, l’uomo, l’amico nella storia di Francesco La Licata

Quando La Licata parla di Giovanni Falcone lo fa con la professionalità di chi si occupa di mafia da tutta la vita, la serietà di chi conosce alla perfezione le complicate “cose di Sicilia” e la commozione di un amico che al giudice ha “voluto molto bene”.
Francesco La Licata è stato testimone diretto della cronaca giudiziaria in terra di mafia. Proprio nella stagione più calda. Ha raccontato delle strade macchiate del sangue delle vittime dei boss e le parallele, ma altrettanto complicate, vicende nei processi delle aule giudiziarie.
Dove Falcone, Borsellino e il pool palermitano combattevano contro mafiosi, avvocati e spesso, purtroppo, con pezzi dello stato.
La Licata è stato ospite di un’affollatissimo incontro organizzato dall’assessorato alla Cultura del Comune di Albizzate insieme al Consiglio Comunale dei ragazzi, la ProLoco e l’associazione Mega.
Con lui c’erano l’avvocato varesino Caimi e il Sostituto Procuratore di Busto Arsizio Roberta Colangelo a ripercorre le tappe della vita del magistrato ucciso dalla mafia.
La vita di un siciliano illustre: la famiglia, la formazione a Trapani, la Giustizia a Palermo, la morte di Rocco Chinnici, Antonino Caponnetto e il pool antimafia, il pentito Buscetta, il maxiprocesso, l’aula bunker, il matrimonio con Francesca, la congiura del "Corvo", la rottura con Orlando per "le carte nei cassetti", il patto con Martelli, la Superprocura antimafia e il rivale Agostino Cordova. Partendo dai capitoli del libro “Storia di Giovanni Falcone”, scritto da lui stesso insieme ai famigliari del giudice, il giornalista si è addentrato nel racconto, a tratti affettuoso, e degli aneddoti che lo hanno legato al giudice.

L’incontro rientrava nel ciclo di eventi organizzato dal comune di Albizzate che hanno come filo conduttore il tema della legalità.