Bonomi: “Ripresa a fine 2013”
Al termine della presentazione del terzo satellite, la nuova infrastruttura aeroportuale che completa il progetto di Malpensa 2000, il presidente ha spiegato le ragioni dell’investimento
«La ripresa a Malpensa potremo vederla già alla fine del 2013», parola di Giuseppe Bonomi, presidente di Sea, la società che gestisce gli aeroporti di Malpensa e Linate.
Al termine della presentazione del terzo satellite, la nuova infrastruttura aeroportuale che completa il progetto di Malpensa 2000, il presidente ha spiegato le ragioni dell’investimento e la visione di Sea sullo sviluppo di Malpensa.
La partenza, per la verità, si inserisce in un quadro a tinte fosche, «la congiuntura economica ha pesato su tutto il traffico aeroportuale in Italia e in Europa – ha spiegato Bonomi -, tuttavia dal 2009 ad oggi la nostra società è riuscita a crescere. Un nuovo spiraglio di ripresa, se è vero che questa è fissata nel 2014 e che il traffico aeroportuale anticipa le tendenze economiche, penso che potremo già vederla alla fine del 2013».
Malpensa domenica festeggia l’inaugurazione del terzo satellite, un’opera mastodontica che completa il progetto di Malpensa2000. Quest’ultimo intervento era già stato previsto nel piano regolatore dell’aeroporto nel 1985 e Bonomi ha portato l’esempio per inserirlo nel quadro strategico che ha previsto per lo sviluppo futuro dell’aeroporto: «occorre avere una visione ad ampissimo termine di ciò che potrà accadere – spiega Bonomi -. Adesso i dati relativi al traffico sono molto freddi ma se l’analisi di questi dati viene condotta solo sul periodo breve periodo non va bene, bisogna guardare al medio Lugo termine». In quest’ottica il manager spiega di vedere il futuro di Malpensa e il relativo Masterplan che l’azienda sta portando ad approvazione: «se guardiamo al futuro vediamo un sostanziale raddoppio dei dati di traffico dei passeggeri – dice Bonomi -. Domenica noi inaugureremo il compimento di un’opera che era prevista dal piano regolatore generale dell’aeroporto del 1985, solo grazie a chi allora ha pensato in lungo oggi abbiamo potuto realizzarla. Quindi anche noi dobbiamo fare altrettanto. Questo non vuol dire che domani cominciamo a costruire di nuovo ma vuol dire che tracciamo un piano di sviluppo che mette l’aeroporto nella posizione di cogliere le opportunità che gli si potrebbero presentare».
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