Cerardi (FdS): “Busto capitale dello sport degli struzzi”
L'esponente comunista sui fatti di Pro Patria-Milan: "Quei cori non possono essere attribuiti ad una sparuta minoranza, per troppo tempo il sindaco ha nascosto la testa sotto la sabbia"
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del responsabile della Federazione della Sinistra di Busto Arsizio, Cosimo Cerardi
Quanto e’ accaduto durante l’incontro di calcio Pro Patria-Milan è assai significativo non solo per lo sport, ma per la situazione generale che vive la nostra città.
Non è la prima volta che lo sport, il calcio diventa uno dei momenti di emersione di tutte quelle tensioni razziste e fascistoidi che sono da tempo presenti a Busto Arsizio e nel circondario bustese ma ciò che lascia di stucco è stata, senza alcuna ombra di dubbio, la reazione del sindaco, che tende a ridurre il fatto, dando la colpa di quanto e’ successo all’espressione incivile di ”alcuni”, che non sono pochi, come si vede dalla foto nei vari servizi fotografici,
il comportamento tenuto da quella parte della tifoseria non può, a questo punto, non essere che stigmatizzato,
Busto arsizio medaglia al valore per il proprio contributo alla liberazione non può accettare di essere rappresentata, in questo frangente, ma anche in altri, da un primo cittadino noto per il suo “forbito affabulare”. Un primo cittadino che non trova mai le parole adatte a stigmatizzare questi personaggi quali i razzisti e i fascisti che sono. Il dubbio, in tale contesto, è quasi un’obbligo: “che il sindaco abbia timore di scontentare qualche parte o qualcuno? Sarebbe, invece il caso che a “ prese di posizioni più circostanziate” , e soprattutto, un “dire più preciso” il sindaco faccia conseguire azioni atte ad isolare e ad ostacolare la riproposizione di qualsiasi formazione di origine ed ispirazione o che rimadano a nomi o più “semplicemente” a comportamenti di tipo fascista e razzista, e ciò non solo nelle diverse attività sportive ma anche in tutte le altre attività sociali, culturali e politiche.
Il sindaco, che prova ad attribuire responsabilità a chi stava in campo senza assumersene, per la sua cittaà e per una certa tifoseria, tristemente nota, e sotto controllo in tutta italia, non ci risparmia di sottolineare che Busto Arsizio “ capitale ora del cinema, ora dell’unità d’Italia”, e così via, dopo oggi è ancor di piu’ “capitale dello sport”, ma di una disciplina purtroppo diffusa anche fra gli struzzi, ma che non è la corsa, bensì quella di nascondere la testa sotto la sabbia.
A questo punto rimarcare la nostra totale riprovazione per quanto e’ accaduto e’ dire poco, così come è anche poco il sottolineare, come sia il ridicolo e la vergogna, per quanto è successo, siano pari alla preoccupazione di chi è democratico e antifascista e antirazzista.
Per questo come Federazione della Sinistra di Busto Arsizio esprimiamo tutta la nostra solidarietà a chi ha subito l’atto razzista, e a tutti quei cittadini che vivono l’attività sportiva come un ‘attività’ ricreativa volta a creare vincoli di solidarietà, e di democratica partecipazione.
Concludiamo con le parole di chi dello sport ne sapeva,” c’è chi del far finta del non sapere ne fa uno sport”.
Gianni Brera disse
Lo sport non ha barriere di sangue nè di opinioni.
Nello sport non vi sono e non vi debbono essere stranieri
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