Il direttore del carcere: “Per la prima volta siamo sotto i 400 detenuti”
Il direttore della casa circondariale di via per Cassano dopo la sentenza della corte europea che condanna l'Italia per trattamento inumano dei detenuti spiega che la situazione è leggermente migliorata ma chiede misure più incisive
Il direttore del carcere di Busto Arsizio Orazio Sorrentini di fronte alla sentenza della corte europea mette davanti i numeri: «Attualmente la situazione nella casa circondariale è molto meno pesante rispetto a quella in cui maturò la denuncia dei detenuti – spiega – nel periodo natalizio siamo scesi sotto i 400 per la prima volta da quando sono a capo di questa struttura, ora i detenuti sono 399». Con questo Sorrentini non vuole sminuire la situazione di difficoltà: «Dico solo che adesso si respira un po’ rispetto all’autunno del 2011 quando i detenuti toccarono la punta massima di 455». In quel momento il direttore non si tirò indietro e scrisse una lettera nella quale annunciava che il carcere di Busto Arsizio non avrebbe fatto entrare nemmeno un detenuto in più: «Quest’autunno abbiamo avuto un altro picco toccando quota 440 ma adesso siamo scesi sotto la soglia psicologica anche se, come già ampiamente spiegato in diverse interviste la struttura di Busto Arsizio ha una capienza di 167 detenuto che può tollerare fino ad un massimo di 300 unità, il calcolo è presto fatto».
Il Comitato per la prevenzione della tortura ha fissato in 7 metri quadrati pro capite lo spazio minimo per ogni detenuto ma «ha anche specificato che questa soglia può scendere se all’interno ci sono attività trattamentali che consentono di poter uscire per qualche ora dalla cella – prosegue Sorrentini – in questo caso non può considerarsi tortura». A Busto si cerca di fare il possibile perchè gli spazi ci sono ma i finanziamenti per le attività trattamentali arrivano col contagocce: « Da quella denuncia qualcosa è cambiato, ad esempio non c’era ancora la cioccolateria, che è stata inaugurata nel novembre 2010 e dalla tarda primavera 2012 abbiamo attivato anche il laboratorio di panificazione – prosegue – quindi possiamo dire che ora la situazione è difficile ma non disperata».
Sorrentini è consapevole che il famoso svuotacarceri non sarà convertito in legge e con le elezioni alle porte sarà difficile che qualche forza politica possa proporre un’amnistia o qualcosa di simile e quindi c’è da stringere i denti e andare avanti con quel che c’è. « Mi rendo conto che sia un problema difficile da risolvere ma la vera soluzione sarebbero le strutture adeguate per le misure alternative alla detenzione – conclude – si veda la situazione degli ospedali psichiatrici giudiziari che dovrebbero essere chiusi a partire dal 2013 ma se non sono state realizzate strutture di altro genere siamo sempre allo stesso punto. Questa sentenza arriva nel momento peggiore per lo Stato italiano che è senza soldi e ha bloccato qualsiasi iniziativa» come, ad esempio, la costruzione di una nuova ala del penitenziario, previsto dall’allora ministro della Giustizia Alfano e sacrificato sull’altare della spending review. In realtà una soluzione per alleggerire la pressione negli istituti lo stesso direttore l’aveva proposta in un’intervista rilasciataci poco dopo essere arrivato a Busto Arsizio: «Le due vere soluzioni sono: una legge che depenalizzi l’uso delle droghe (di fatto sparirebbe lo spaccio al dettaglio e anche le grandi organizzazioni criminali subirebbero un grande colpo, ndr) e il superamento del reato di clandestinità».
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