L’ipocrisia dello Stato
Dal primo gennaio ogni gestore di locale dove ci siano slot machine o simili, deve affiggere una locandina che dichiari i rischi del gioco d'azzardo
Uno dei servizi in chiusura del Tg1 delle 20 di mercoledì sera è stato dedicato a un provvedimento che riguarda i rischi del gioco d’azzardo.
Dal primo gennaio, secondo quanto previsto all’articolo 7 del Decreto Balduzzi, i gestori di locali in cui sono presenti apparecchi di gioco, come le tante slot machine ormai diffuse ovunque, devono affiggere una locandina che indichi una serie di cose.
Giornalisti e cameramen, in stile Iene o Striscia la notizia, seppur un po’ meno aggressivi, sono entrati in diverse sale alla ricerca della locandina, denunciandone l’assenza quando non presente.
I siti delle diverse Asl in Italia, compresa quella di Varese, hanno pubblicato un facsimile che può essere facilmente scaricabile.
Ognuna ha una propria impostazione. La nostra inizia così: "Se si intrattiene una regolare attività di gioco, le probabilità di sviluppare un problema sono più alte di quelle di ottenere una grande vincita. Più una persona gioca, più alto è il rischio che sviluppi un problema di gioco. • Se giochi occasionalmente…hai 1 probabilità su 50 e se giochi una o più volte la settimana a un gioco che non sia una lotteria…1 probabilità su 7".
Ora, anche di fronte all’informazione che il "gioco d’azzardo" rende allo Stato oltre 8 miliardi di euro in imposte, viene spontanea una domanda: quanta ipocrisia c’è in questi provvedimenti?
Qualcuno può credere che questa nuova piaga, sempre più diffusa, e i cui costi umani e sociali sono in continua crescita, possa essere ridotta grazie a un volantino, una locandina, affissa in qualche angolo del locale dove si gioca?
Che Stato è quello in cui si permette, nel modo più semplice e immediato di entrare in contatto con un rischio subdolo come quello del gioco d’azzardo?
Che Stato è quello che invece di valorizzare consapevolezza e responsabilità, mette a repentaglio la condizione economica di intere famiglie a causa del rischio di entrare in spirali perverse?
Che Stato è quello che anziché prevenire induce a consumi pericolosi e nocivi?
Serve a poco la giustificazione che giocare, come bere e fumare, è una libera scelta, perché da chi dovrebbe praticare la gestione del bene comune ci si aspetterebbe altro che non lassismo con i deboli e guanti di velluto con i forti.
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