La Cricca, un disco elettrico per raccontarsi “in qualche modo”

La band dell'hinterland milanese presenta il disco d'esordio che passa dai suoni rock - pop all'elettronica. "Racconta quello che siamo"

Pop rock. Forse. L’album de La Cricca racconta di un viaggio tra suoni elettrici, testi urlati, a volte ruvidi, a volte meno. Dieci tracce che sembrano racchiudere perfettamente il percorso artistico di una band nata quattro anni fa e che ha l’unico obiettivo di raccontarsi con la libertà di chi fa quello che vuole fare e basta. Si passa quindi da testi elettrici come “Le mani su” a “Tutto bene”, testo dalle sonorità pop con parole che ad un primo ascolto possono sembrare perfino romantiche.
«È un progetto che nasce così – spiega Andrea Bonomo, cantante del gruppo -. Non avevamo bisogno di comunicare qualcosa di particolare ma è un disco dove abbiamo messo quello che siamo. Chi ci conosce può tranquillamente riconoscerci in quei testi». Sarà forse per questo che il disco si intitola “In qualche modo”, «è nato dopo mille peripezie. Ogni strofa di questo disco è stata registrata con fatica, nel vero senso della parola. Ogni volta c’è stato un problema tecnico o qualcosa che non andava. Finalmente ce l’abbiamo fatta».
Ne escono dieci brani scritti e prodotti da La Cricca, che vedono la firma di professionisti del settore come Luca Chiaravalli, che ha collaborato come co-autore e co-produttore di alcuni brani, Marco Barusso (mixaggio), Marco D’Agostino (mastering) e i contributi di Roofio dei Two Fingerz (synth in "Le mani su") e Willy Medini (synth in "Se io fossi Dio").
La band invece, è composta dal gallaratese Andrea Bonomo voce (ne avevamo già sentito parlare per la sua partecipazione al festival di Sanremo ed è autore di grandi artisti italiani), Lallo Visconte al basso e voce, Paolo Bianchi alla batteria e Ruben Vaghi alla chitarra. «Ci siamo scelti e abbiamo continuano a fare quello che amiamo fare. Di questo progetto ci siamo innamorati strada facendo, giorno dopo giorno, mentre nasceva. È un disco senza filtri e senza logiche dove si trova la rabbia, l’elettricità, il rancore e tutta la carica umana che abbiamo». Dall’hinterland milanese nasce quindi un disco da ascoltare e che non ha ambizioni particolari se non essere quello che è. «Siamo tutti e quattro molto realisti. Sembra brutto dirlo ma siamo quattro disillusi che amano la vita e per il futuro sperano di suonare davanti a un po’ di persone». Troppa esperienza nel settore per illudersi forse, o semplicemente quel cinismo che a volte aiuta a non guardare troppo in alto per rischiare di cadere giù. Fatto sta che La Cricca c’è e adesso si presenta con l’album d’esordio, lasciando alle spalle la nomea di cover band, così come era nata, e  presentando dieci nuovi brani.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Gennaio 2013
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