La Lega Nord “scarica” il sindaco: «Amministrava da solo»

Dura controreplica del Carroccio che accusa Dell'Acqua, Leggio e Bonafè di aver agito per conto proprio, ignorando consigli e offerte di aiuto da parte del movimento padano

Campeggio “Sette Laghi”, urbanistica, scuola materna, Pgt ed edilizia privata. Sembrano queste le spine che hanno portato alla caduta della giunta di Azzate. Ma sotto le ceneri bruciava da tempo il malcontento e i rapporti tra il primo cittadino Giovanni Dell’Acqua e la maggioranza della Lega Nord si erano fatti ormai inconciliabili. Il coup de theatre del sindaco nella serata di lunedì 28 gennaio, con le dimissioni annunciate alla platea del consiglio comunale, davanti a tanti azzatesi e alle sedie lasciate vuote dai leghisti, era atteso da più parti dopo l’addio del vicesindaco Leggio e le polemiche degli ultimi giorni tra lo stesso e la Lega Nord.

Il segretario cittadino del Carroccio Marco Leoni è chiaro e deciso: «Siamo delusi. Il sindaco ha dimostrato di non voler il dialogo non ricevendoci per tutta la settimana, fino all’annuncio delle dimissioni – commenta Leoni -. Ci ha accusato di avere fame e appetiti, ma di cosa sta parlando? Noi abbiamo proposto tavoli di lavoro per risolvere i problemi (asilo, campeggio, villette vendute a nostra insaputa e in barba al Pgt) e lui ha gestito la cosa pubblica a braccetto con il trio magico, cioè Dell’Acqua-Bonafè-Leggio. Quando lo abbiamo visto alla convention di Renzi al Politeama non vi dico cosa abbiamo pensato: se ha scelto di stare con Bonafè che è diventato del Pd e appoggia sua figlia nella campagna per le regionali, basta che lo dica chiaro e non ci prenda in giro. Io sono orgoglioso del gruppo consiliare leghista, siamo pronti a rispondere punto su punto alle accuse mosse contro di noi: il sindaco voleva governare da solo, o meglio con il suo trio magico, contro dieci consiglieri della Lega Nord. Non è democrazia questa».

Sulla stessa linea anche William Malnati, ex assessore ai Servizi sociali, Bilancio e programmazione finanziaria e portavoce del malumore leghista in giunta: «Il succo è che noi abbiamo fatto una serie di richieste al sindaco, che non ci ha ascoltato – spiega -. Ha gestito male tutte le partite, per prima quella del campeggio, ignorando proposte di aiuto da parte nostra. Noi abbiamo provato a risolvere i problemi, chiedendo di modificare la squadra per migliorare, ma non c’è stato verso. Ha preferito dimettersi, ci dispiace perchè avremmo voluto finisse in modo diverso. Speriamo si voti a maggio, riducendo lo stallo amministrativo a pochi mesi. Gli appetiti? Noi abbiamo chiesto un cambio di rotta da quando è scoppiato il bubbone del campeggio, altri hanno gestito urbanistica ed edilizia privata come se fossero affari personali: Dell’Acqua dice che erano assessorati chiave per la trasparenza, ma in realtà lui non ci ha mai messo bocca, delegando tutto al vicesindaco Leggio e all’assessore Bonafè. Il caso dell’immobiliare Castello è emblematico: i sospetti di appetiti particolari li abbiamo avuti noi per primi».

«Il sindaco si è isolato e arroccato, questo era l’unico epilogo possibile – commenta il segretario provinciale della Lega Nord Matteo Bianchi -. Avrebbe dovuto condividere e accettare le scelte della maggioranza, pur dettando la linea, invece ha voluto fare da sè, sbagliando. Non ha mai accettato aiuti e consigli, facendo pagare ai cittadini di Azzate un prezzo altissimo. Se ha sospetti di appetiti e altre cose poco chiare può denunciare. Fare illazioni serve a poco. Noi siamo pronti per tornare al voto a maggio».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Gennaio 2013
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