Nei sotterranei dell’ospedale, dove trovano rifugio i senza tetto

E' diventata ormai insostenibile la situazione nei sotterranei dell'Ospedale in cui da mesi vivono alcune persone. "Abbiamo segnalato alle forze dell'ordine", spiega il direttore sanitario della struttura Armando Gozzini mentre il Comune assicura: "approfondiremo la vicenda"

Con il freddo che gela l’aria, e nessun posto dove andare, l’unico luogo accogliente è l’ospedale. Questo devono aver pensato i senzatetto che da un paio di mesi a questa parte vivono nei sotterranei dell’ospedale di Busto Arsizio dormendo sulle panche o sdraiati per terra. Non è certo una novità, ma quest’anno la situazione è diventata ben più delicata rispetto agli anni scorsi. Nel dedalo di cunicoli che collegano i padiglioni dell’ospedale, infatti, sarebbero diversi i senzatetto che hanno trovato rifugio, alcuni più nascosti, altri in zone decisamente affollate. E’ questo il caso dei tre uomini che dal novembre scorso vivono e dormono nell’atrio del “padiglione nuovo”, a due passi da edicola e centro prelievi.
E in questi due mesi la situazione è diventata insostenibile. «Non è un problema di sicurezza, nessuno ci ha mai chiesto niente -spiega un dipendente dell’ospedale- ma è un problema sanitario». In quell’atrio «non si respira più, l’odore è nauseabondo e sono moltissimi i pazienti che passano da lì ad essersi lamentati della situazione». Questo commento, confermato da gran parte del personale, non è un’esagerazione. Prima di darvi conto di questa situazione, infatti, abbiamo effettuato un sopralluogo notturno nei sotterranei del nosocomio ed effettivamente la descrizione corrisponde alla realtà.
Un problema che nasce anche dalle cagionevoli condizioni di salute di almeno uno dei senzatetto «che ha una gamba molto malata». Sono stati in molti a provare ad avvicinare i tre, offrendo il loro aiuto. C’è stato chi era disposto ad accompagnarli nell’oratorio di San Filippo dove avrebbero potuto lavarsi e ricevere vestiti puliti, chi si è offerto di visitarli e chi di accompagnarli al Pronto Soccorso. Ma niente da fare. Ogni volta le risposte sono state negative. E così, per tutti questi mesi, la situazione si è riproposta ogni notte fino a quando giovedì la Direzione Sanitaria dell’ospedale ha iniziato a muoversi. «Ci hanno effettivamente segnalato la presenza di qualcuno nei sotterranei -conferma Armando Gozzini, direttore dell’Azienda Ospedaliera- e abbiamo prontamente allertato le forze dell’ordine per effettuare i controlli di rito». Ma è francamente un po’ strano che fino ad ogginessuno si sia accorto di niente nella direzione dell’ospedale sia per via dei vigilanti notturni che,dopo il caso di un principio di incendio nella struttura, sono stati ingaggiati per garantire la sicurezza e sia per le diverse segnalazioni che il personale avrebbe inoltrato (per non parlare dei numerosi precedenti). E così nella mattinata di giovedì le tre persone sono state allontanate e l’impresa di pulizie ha pulito e disinfettato a fondo la zona. Ma durante la notte il copione si sarebbe ripresentato salvo per il fatto -confermato dai lavoratori dei primi turni della mattina- che verso le 8.30 «sono andati via».

E mentre la situazione del rifugio non si sblocca, l’Amministrazione Comunale stanzia 13.000 euro per far pulire ad Agesp la sala d’aspetto della stazione centrale che continua a rimanere l’unica soluzione di quest’anno. Soluzione tampone ma non troppo, nel senso che il locale non è riscaldato (l’unico termosifone è stato appositamente smontato, ndr) con evidenti disagi per chi dovrebbe recarvisi proprio per stare al caldo. «In realtà abbiamo scoperto che anche gli anni scorsi RFI spegneva il riscaldamento la notte – rivela Mario Cislaghi, riconfermato alla guida della commissione Servizi Sociali – quindi non è che sia cambiato poi molto dall’anno scorso». E per quanto riguarda la situazione dell’ospedale, Cislaghi assicura che «già lunedì approfondirò la questione con l’Assessorato ai Servizi Sociali per garantire la migliore soluzione alla vicenda».

Certo è che la soluzione all’incresciosa situazione non potrà e non dovrà essere il semplice allontanamento di queste persone dall’ospedale. La città, infatti, altre valide alternative non ne offre, e lasciare questi uomini, deboli e malati in mezzo ad una strada nel cuore dell’inverno potrebbe avere conseguenze estremamente gravi. E non sarebbe la prima volta

Leggi anche: Busto e i senza tetto, la storia infinita

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Gennaio 2013
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