Profughi: “Vogliono scaricare il problema sui comuni”

Il sindaco Paronelli non intravede soluzione al problema dei profughi ospitati nell'albergo del lido fino al 28 febbraio. Occorre trovare prospettive ma nessuno le ha

Si sono presentati in Prefettura nei giorni scorsi per sollevare il problema del loro futuro.  Tra i profughi ricevuti dal vice prefetto anche i 7 cittadini africani ospiti nell’albergo il "Lido" di Gavirate. La loro sistemazione è sicura sino alla fine di frebbraio, grazie alla proroga concessa dal Governo, ma dopo cosa succederà? « Non posso fare nulla – commenta amareggiato il sindaco Felice Paronelli – questi sette ragazzi sono in albergo a spese dello Stato ma noi ci stiamo sobbarcando tutte le spese sociali. Le nostre casse, però, non possono permettersi costi aggiuntivi. Abbiamo cercato tutte le possibili soluzioni alternative ma in questo momento, il territorio non ha offerte di alcun genere. A fine febbraio questi ragazzi dovranno avere un progetto di vita, una residenza, un lavoro, una prospettiva qualsiasi. Ma cosa?»

Dopo i mesi di novembre e dicembre trascorsi nell’angoscia di finire in mezzo alla strada il 31 dicembre, i giovani africani, arrivati dalla Libia praticamente imbarcati di forza quando il paese magrebino era infiammato dalla guerra civile, si sono visti rinviare di 60 giorni la scadenza. È cambiato, però, solo il termine ultimo non la precarietà. Il personale dei servizi sociali ha tentato ogni via e si sente impotente: « Tutta l’operazione è stata un fallimento. Dopo i soldi messi sul piatto per il loro mantenimento ora li si scarica senza prospettiva. Sono giovani sballottati, abbandonati a loro stessi, che hanno avuto solo un corso d’italiano. Che prospettive potrebbero avere?».

Due di loro hanno avuto un permesso di protezione internazionale valido per tre anni e possono andarsene in cerca di fortuna ( forse uno andrà in Germania) ma per gli altri c’è solo un permesso di un anno visto che è stato rifiutato lo status di rifugiati. Tornare in patria non è una soluzione: « Abbiamo anche attivato il tavolo territoriale – spiegano ancora le assistenti sociali – ma nessuno ha una risposta in questo momento. È un problema umano».

« Hanno scaricato su di noi il problema. Su 141 comuni, però, siamo solo 12 o 13 quelli coinvolti, con tutti i costo annessi» commenta conb amarezza Paronelli

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Gennaio 2013
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