Sigaretta elettronica, questa sconosciuta

Mancano studi sugli effetti nel lungo periodo e manca un quadro legislativo di riferimento. Intanto, però, è già un business con una rete di negozi vastissima e sono milioni le persone che la utilizzano. Ma l'Ue sta studiando una direttiva

Sigaretta elettronica, questa sconosciuta. I negozi specializzati che le vendono stanno nascendo come funghi in tutta la penisola ma la legislazione, italiana ed europea, come spesso accade rimane indietro. E’ lo stesso sostituto procuratore che ha condotto l’indagine con la Guardia di Finanza di Gallarate, Nadia Calcaterra, ad esprimere preoccupazione per la mancanza di un quadro legislativo in materia. Le indagini condotte dalla Procura di Busto Arsizio, che hanno portato al sequestro di 60 mila kit, aprono uno squarcio sul fenomeno che sta interessando centinaia di migliaia di italiani e milioni di europei che già stanno utilizzando questo strumento, chi per smettere di fumare e chi per sostituirla alla tradizionale sigaretta con la convinzione che quest’ultima non sia danno sa per la salute. Nel caso in questione si è operato perchè l’omessa o falsa marcatura del marchio Ce, che certifica uno standard qualitativo di sicurezza accertabile, è una frode in commercio.

Il magistrato, prima di procedere, ha anche chiesto il parere dell’Istuituto Superiore di Sanità che ha confermato la necessità di apposizione del marchio ma non ha saputo dare risposte certe sulla dannosità nel lungo periodo di questi congegni. Al di fuori dell’Italia e dell’Europa c’è una legislazione ben determinata e la stessa Cina, dove questo strumento è stato inventato nel 2003, le ha messe al bando perchè mancano studi sugli effetti sulla salute umana nel lungo periodo. Sul breve periodo sono stati accertati problemi quali mal di testa, irritazioni a bocca e gola. Da qui anche l’invito al legislatore italiano di approfondire la questione. L’Istituto superiore della sanità usa molti (troppi) condizionali e l’unica certezza riguarda il divieto di vendita ai minori di 16 anni. E’ complicata anche la catalogazione dal punto di vista merceologico: in alcuni stati sono considerate come prodotti farmaceutici mentre in Europa, fino ad oggi, la si esclude dai cataloghi dei medicinali e viene venduta in una rete, ormai, vastissima di negozi.

Ma proprio in questi giorni l’Unione Europea si è mossa in questa direzione e le sigarette elettroniche potrebbero essere trattate, in un futuro molto prossimo, allo stesso modo delle terapie sostitutive della nicotina come cerotti alla nicotina, gomme o spray. La bozza della nuova direttiva sui derivati del tabacco prevederebbe, infatti, che i prodotti con aggiunta di nicotina avrebbero bisogno di una specifica autorizzazione come dei farmaci. La sigaretta elettronica è un prodotto che contiene spesso, ma non per tutte quelle disponibili in commercio, nicotina liquida. La nuova normativa proposta dalla Commissione UE individuerebbe dei limiti molto bassi fino ai quali, i prodotti contenenti nicotina, potrebbero essere venduti liberamente. Di conseguenza, una unità di consumo non potrà contenere più di due milligrammi di nicotina, e la concentrazione di nicotina nel liquido non deve superare il valore di quattro milligrammi per millilitro. I prodotti attualmente disponibili avrebbero una concentrazione molto più alta di nicotina.

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Pubblicato il 25 Gennaio 2013
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