Troppe aggressioni: occorre tutelare i soccorritori delle ambulanze

Dopo l'aggressione a mano armata avvenuta lunedì scorso, il commissario regionale della CRI rilancia la questione della sicurezza di operatori e feriti

Un assalto all’ambulanza da parte di alcuni uomini armati. È la brutta esperienza vissuta lunedì scorso, 31 dicembre, dall’equipaggio di un’ambulanza di soccorso dell’Anpas intervenuta nell’incidente che, pochi minuti prima, aveva riguardato un’auto con a bordo alcuni Rom sulla Torino Venezia all’altezza del casello di Agrate. Coinvolti nello speronamento madre e bimbo. All’arrivo dei soccorsi, gli operatori vengono minacciati e aggrediti, solo il sopraggiungere della polizia riporta la calma: gli occupanti delle due vetture fuggono lasciando sul posto solo i due feriti che, però, non sono gravi e vengono raccolti dall’auto degli agenti..

L’ambulanza fa ritorno, dunque, alla propria sede ma, lungo il tragitto, viene assalita dagli occupanti delle due auto fuggite in precedenza. Gli uomini, armi in pugno, circondano il mezzo di soccorso convinti che a bordo ci siano donna e bimbo.  Solo quando i Rom si rendono conto che l’ambulanza non trasporta nessuno, i soccorritori riescono a risalire a bordo e rifugiarsi preso i Carabinieri di Vimercate.
L’episodio ripropone il problema della sicurezza degli operatori, professionali o volontari, dei mezzi di soccorso. In una nota, il commissario regionale della CRI Maurizio Gussoni richiama l’attenzione sulla questione: « Si rivela assolutamente necessario che le Forze dell’Ordine, che già ampiamente danno il loro ausilio ai nostri volontari e dipendenti, prestino la massima attenzione e possibilmente mettano in essere specifici dispositivi di controllo, specie nelle ore notturne, verso le ambulanze in servizio. E questo al fine di garantire la sicurezza sia dei pazienti trasportati che degli equipaggi stessi. Il comitato regionale CRI della Lombardia si appella ai Comandi dell’Arma, alle questure, ai commissariati ed ai comando di Polizia Locale affinché, nella logica operativa che ritengano più idonea, tengano sotto controllo delle situazioni che, in casi come quelli citati dalla stessa AREU, avrebbero potuto causare delle autentiche tragedie e che, in ogni caso, pur avendo visto una soluzione positiva, non hanno certo collaborato a far operare serenamente chi, specie nei momenti di svago per gli altri, sacrifica il proprio tempo, la propria famiglia e la propria sicurezza per soccorrere chi ha bisogno. 
A tutti gli equipaggi CRI della Lombardia una forte raccomandazione: quella di allertare via radio la centrale operativa davanti anche al minimo sospetto di fatti o azioni che potrebbero compromettere la sicurezza dei pazienti e degli equipaggi». 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Gennaio 2013
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