Truffavano e derubavano anziani, due arresti

In manette un 43enne e un 32enne di Melegnano che hanno messo a segno decine di truffe e furti, per decine di migliaia di euro, ai danni di bustocchi. Si spacciavano per tecnici del gas o per amici del figlio

Mettevano a segno i raggiri più odiosi, quelli ai danni di persone anziane e approfittando di loro. Si spacciavano per tecnici della società del gas (l’ultimo allarme di Agesp risale proprio a ieri, ndr) oppure per amici del figlio che devono riscuotere un debito, ma questa volta sono finiti in manette. I Carabinieri di Busto Arsizio  hanno eseguito, alle prime luci dell’alba di mercoledì, due ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip del Tribunale di Busto Arsizio nei confronti di due soggetti (nella foto a sin.) dediti alle truffe agli anziani e ai furti in abitazione. A finire in manette sono stati due italiani : C.D., 43enne campano con vari precedenti per reati contro il patrimonio e M.B., 32enne di Vizzolo Predabissi (MI), entrambi residenti a Melegnano con l’accusa di aver messo a segno diversi colpi nella zona di Busto. I due, nei giorni scorsi, avrebbero infatti approfittato di diverse persone mettendo a segno le classiche truffe seguendo due schemi. Almeno sei gli episodi ricostruiti dal sostituto procuratore Nadia Calcaterra e dagli uomini del Comando dei Carabinieri di Busto Arsizio diretti dal capitano Antonino Spinnato. Tutti messi a segno in un arco temporale molto breve, tra il 9 e il 14 gennaio.

LA TRUFFA DEL TECNICO – Il primo tipo di truffa consisteva nel presentarsi a casa di persone anziane qualificandosi come dipendenti preposti al controllo del contatore del gas e, in alcuni casi spacciandosi addirittura per agenti delle forze dell’ordine, chiedendo ai proprietari di casa di lasciarli entrare e, successivamente, distraendoli in modo da mettere a segno furti con destrezza trafugando monili in oro e ingenti somme di denaro contante; in un solo caso la vittima, accortasi dell’intento fraudolento dei due malviventi, li costringeva ad una precipitosa fuga per le vie della città.

LA TRUFFA DELL’AMICO DEL FIGLIO – Il secondo era ancora più originale e consistevanell’avvicinare per strada persone anziane, dopo essere venuti a conoscenza del nome di un loro figlio, chiedendogli di consegnare somme di denaro anche ingenti (in un caso addirittura 1.500 euro), per far fronte a presunte difficoltà economiche dei propri congiunti; in particolare, uno dei due malfattori, spacciandosi per amico di famiglia, fingeva di essere al telefono con i figli delle vittime designate, alle quali veniva passato il cellulare con la richiesta di verificare in prima persona, ignare che all’altro capo del telefono c’era il complice che, con artifizi e raggiri, riusciva a truffarle e a convincerle della necessità di dover dare il denaro per affrontare urgenti spese (ad esempio il rinnovo dell’assicurazione dell’auto o il pagamento di debiti contratti) al sedicente amico.  In un caso specifico la vittima veniva convinta addirittura a salire a bordo dell’autovettura del truffatore in modo da essere accompagnata in banca per prelevare la somma richiesta. Una volta scoperta la truffa alle anziane vittime non restava che presentarsi presso i Carabinieri per sporgere denuncia.

L’INDAGINE – L’attività di indagine dei militari bustocchi, condotta in brevissimo tempo, ha avuto una svolta a seguito del riconoscimento di uno dei due presunti malfattori da parte di una vittima. Infatti, appena dopo aver messo a segno una delle truffe contestate, uno dei due complici veniva fermato da una pattuglia della Polizia Locale poiché sorpreso a parlare al cellulare durante la guida. Sul posto transitava, però, anche l’anziano appena truffato, il quale successivamente ha riconosciuto il soggetto che lo aveva avvicinato pochi minuti prima con la richiesta di denaro per il proprio figlio. Questa preziosa informazione ha permesso ai Carabinieri di risalire all’intestatario dell’autovettura e a restringere il campo delle indagini su di esso e sulle sue “amicizie”. Successivamente, grazie ad un meticoloso lavoro di raccolta di testimonianze e riconoscimenti fotografici e tramite l’analisi dei tabulati telefonici, i militari sono finalmente giunti all’identificazione dei due truffatori.

A quel punto ai Carabinieri della Compagnia di Busto Arsizio non restava che recarsi nel milanese, presso le abitazioni dei due indagati, e arrestarli con le accuse di truffa, furto in abitazione e tentato furto in concorso, reati che avrebbero fruttato loro una refurtiva per un valore di più di 50.000 euro complessivi. Parte dei bottini è stato recuperato in casa del 43enne, a seguito di una perquisizione. I due arrestati, al termine delle formalità di rito, sono stati immediatamente associati presso il carcere di Busto Arsizio. Procura e Carabinieri, infine, sospettano che vi siano altre vittime del duo e si appellano a cittadini che hanno subito questo tipo di truffa fornendo le foto dei due malviventi per un possibile riconoscimento.

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Pubblicato il 25 Gennaio 2013
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