Cimberio, l’urlo di gioia resta strozzato in gola

Varese perde la Coppa Italia dopo un avvio disastroso (0-18) e una rimonta che non si compie fino in fondo. Vince Siena (77-74) per la quinta volta consecutiva

Dal nostro inviato – Le mani dei giocatori di Varese non stringeranno, questa notte, la Coppa Italia tanto sognata negli ultimi giorni. Il trofeo torna per il quinto anno consecutivo a Siena dopo la finale del Forum di Assago, dove non è bastata una marea biancorossa a sospingere all’impresa la squadra di Vitucci, sotto nel punteggio dal primo all’ultimo minuto e autrice di una rimonta bella ma incompiuta, come dimostra il 77-74 conclusivo.
Per capire dove la Cimberio ha perso non bisogna però guardare alla fine, bensì ai primi minuti di gioco quando i biancorossi si sono trovati sotto 18-0 – se non è un record, poco ci manca – dal quale è stato impossibile risalire completamente.
Soprattutto in una serata in cui troppi protagonisti sono mancati all’appello: Adrian Banks è l’imputato principale, ma rispetto al solito anche Ere, Polonara e l’eroe del sabato, Sakota, non hanno garantito quello che ci aspettava. Il capitano si è per lo meno speso in difesa su Moss ma gli altri uomini di Vitucci hanno bucato l’appuntamento. E così il peso della squadra è ricaduto sulle spalle di Green, solito leader nonostante qualche forzatura (8 perse), l’ultimo ad arrendersi, o di Bryant Dunston eliminato dal gioco da uno dei fischi galeotti spuntati qua e là durante la finale. O ancora sulla solidità di Talts e sulla freschezza di De Nicolao e Rush, che però non sono ovviamente bastati a fermare il talento di Hackett e Brown, motori avanti tutta della corazzata biancoverde. Che poi, come accade da anni, ha chiuso – con le buone o con le cattive – ogni spazio della propria difesa sporcando le percentuali di Varese e come detto neutralizzando alcuni degli uomini più attesi (Janning su Banks, Moss su Ere, Kangur su… tutti, come era accaduto sette giorni fa in campionato).
Alla Cimberio restano tre cose, anche se non possono consolare tifosi e giocatori: la consapevolezza che, in ogni caso, questa squadra non si fa mai travolgere dagli avversari e dagli eventi come dimostra la rimonta con nervi e cuore che ha portato Varese ad avere in mano la palla del -2. La certezza di avere alle spalle un popolo che la ama e che le è stata vicina soffrendo e sognando con Vitucci e i suoi uomini in questi quattro giorni milanesi. Infine c’è la cabala che riporta al ’99 e alla Coppa persa, preludio della cavalcata scudetto. Anche se, come detto, così non ci si consola almeno per oggi: dopo i ko con Pesaro (’85), Caserta (’88) e Bologna (’99), si aggiunge quello con Siena: la maledizione della coccarda tricolore prosegue.

COLPO D’OCCHIO
– Saranno circa 5.000 i tifosi (sui circa 8.000 presenti) che hanno imboccato l’A8 in direzione sud per sostenere la Cimberio nell’impresa di riconquistare la Coppa Italia a trent’anni tondi dall’ultima volta. Praticamente l’intera capienza di Masnago si trasferisce al Forum mentre da Siena c’è solo qualche centinaio di sostenitori. Presenti in tribuna gli ultras della Fortitudo Bologna.

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Finale: Cimberio – Montepaschi 74-77 4 di 22

PALLA A DUE – Vitucci conferma in tutto e per tutto il quintetto base che ha battuto Roma: Polonara parte quindi dal primo minuto con Sakota pronto a subentrare. Siena deve rinunciare a Carraretto e Ress (quest’ultimo in panchina, non utilizzabile); c’è invece Luca Lechthaler, andato e tornato a casa in giornata per la morte del papà. A fine partita le sue lacrime non saranno di gioia.

LA PARTITA – La festa, appena cominciata, sembra già finita per la Cimberio. Nei primi 5’30” Siena non sbaglia mai, Varese sbaglia tutto: ne esce un parziale shock di 18-0 in cui tutti i toscani fanno canestro mentre i biancorossi vanno a sbattere ripetutamente contro la difesa di Banchi. Un appoggio di Talts, entrato per lo spaesato Polonara, avvia il motore varesino; Dunston e De Nicolao limitano i danni ma quando la partita pare già riaperta Siena segna il 23-14 del 10′.
La Cimberio potrebbe davvero riportarsi sotto a metà del secondo periodo, quando però Green sbaglia un facile arresto per il -4; scampato il pericolo la Montepaschi riallunga con un Hackett stratosferico, 12 punti in 10′, e ben spalleggiato da Jenning. Varese vive su qualche sprazzo, Sakota illude con una tripla ma rimarrà l’unica a segno e così l’intervallo saluta il netto 43-29 per la Mens Sana.
E anche il terzo quarto di gioco non cambia le carte in tavola, anzi: Siena tocca anche il +20 dopo che una mini-rimonta biancorossa era stata azzoppata da un fallo tecnico a Vitucci (il coach eviterà di commentare in sala stampa). Un canestro incredibile di Green da 20 metri, nel tentativo di ispirare la schiacciata di Polonara, è uno dei pochi sussulti perché i toscani gestiscono senza particolari problemi il vantaggio, fissato sul 66-49 al 30′.

IL FINALE – Sembra una passerella per gli uomini di Banchi ma la Cimberio non vuole arrendersi con 10′ ancora da giocare. Varese si riporta a -10 con Dunston e Green ma fallisce più volte i palloni per riavvicinarsi ancora. Gli arbitri eliminano il pivot di Vitucci con un quinto fallo che grida vendetta (nella foto di S. Raso la disperazione di Dunston); vendetta che Talts prova a consumare immolandosi in difesa su ogni penetrazione avversaria. Così Green riporta sotto i suoi fino al -4 palla in mano: ci sarebbe anche il canestro di Talts che però commette “passi” nel recuperare una palla difficile. Come sempre, in casi simili, bisogna essere perfetti per completare il miracolo: Siena si scrolla di dosso la paura con una tripla frontale di Hackett e a quel punto ha la coppa in mano. Le bombe di Ere e De Nicolao servono a tenere aperto il discorso fino alla sirena conclusiva ma la Montepaschi non sbaglia i liberi e può far festa. Davanti a cinquemila varesini combattuti tra l’applauso meritato da tributare alla squadra e la delusione per quel che non è stato. Come nel 1999.

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Pubblicato il 10 Febbraio 2013
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